sabato 28 febbraio 2015

L’ITALIA DA BURLETTA NELL’ERA DEI MATTEI

Qualche giorno fa, gli olandesi, oggi, a Roma, calano altri barbari: i Padani, quelli della Lega di Salvini, che si uniranno a Casa Pound, a Fratelli d’Italia e ad altri gruppi neo-fascisti esteri.
L’altro Matteo, l’uomo che sussurrava alle felpe, abbandona per qualche ora le luci e gli schermi televisivi - che condivide ormai da tempo con l’abusivo Matteo istituzionale, e dove convive, da separati in casa, 24 ore al giorno - cerca la consacrazione ufficiale a leader della Destra italiana, dopo il tramonto di Berlusconi. Prepariamo fiori, tappeti, banda e ragazze Pon Pon.
Con quali nobili parole e pensieri illuminerà i romani? Quali straordinarie pagine di democrazia, di tolleranza e di solidarietà ci regalerà dal palco di Piazza del Popolo?
Chissà che, tra non molto, non arrivi pure il Matteo3, quello in bicicletta e con l’abito talare ed il baschetto. Che si intende di giustizia e di miracoli.

Intanto, il ridicolo nano Brunettolo, pur di farsi notare e di guadagnarsi un trafiletto sulla stampa, attacca la Boldrini che, per errore tecnico, ha ridotto il tempo di intervento a uno del suo gruppo. Isterico, e ossessionato come sempre, non si accontenta del “mi dispiace per l’accaduto”, ma pretende delle scuse ufficiali per un fatto banale e del tutto involontario.
Se non spruzzasse, ripetutamente, bile, la sua indisponente faccia da “piccoli economisti crescono” non sarebbe visibile. Ormai, il suo giochetto è diventato stucchevole.
Presuntuoso e supponente, pretende rispetto quando lui è il primo a non darne a nessuno e a qualsiasi interlocutore. 
Quando, ad esempio, non lascia il tempo di rispondere in alcun modo, squittisce sopra all’altro, ripetendo compulsivamente le sue provocazioni e le sue domande retoriche. Proprio come fa Crozza, che lo disegna con maestria.

Ieri, poi, alla Camera, per non scontentare nessuno, la maggioranza ha approvato due diverse mozioni sul riconoscimento dello Stato Palestinese. Riconoscimento sì, ma anche no. 
Non sarà mica tornato il buon Veltroni, l'uomo del "ma anche"?
Comunque, il segno l’ha lasciato.
Un doppio voto che, oltre a scontentare i grillini e la minoranza PD -"E’ ridicolo. Se il governo è favorevole alla mozione di Ncd sulla Palestina, il cui testo è il contrario della nostra mozione, io non la voto”, afferma Fassina – crea non poca confusione.
Il primo testo, quello del Pd, impegna il governo a "promuovere" il riconoscimento della Palestina. L’altro, quello dei centristi (Ncd, SC e AP) subordina il riconoscimento al raggiungimento di un'intesa politica tra i palestinesi e alla ripartenza del processo di pace.

In sostanza, il Parlamento ha sostenuto il riconoscimento della Palestina, per poi approvare, subito dopo, una mozione che dice, se non il contrario, qualcosa di molto diverso.
La doppia approvazione, infatti, si presta a duplici letture contrapposte.
Esultano, contemporaneamente, l'ambasciata israeliana e quella palestinese ed entrambe ringraziamo, con comunicati ufficiali, il governo italiano.
“C'è da vergognarsi – tuona il drammaturgo ebreo Moni Ovadia, da sempre attento alle istanze del popolo palestinese - l'Italia ha fatto la solita figuraccia da Paese da burletta che non sa prendere posizione"
“Al governo o sono dei dissociati o sono in malafede", dicono, a ragione i Cinque Stelle.
O sono paraculi, mi permetto di aggiungere!
28 febbraio 2015                      (Alfredo Laurano)

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