mercoledì 18 febbraio 2015

EURORICATTI: O COSI'...

E' in corso un braccio di ferro durissimo all'Eurogruppo.
L'Europa, e non solo la Grecia, è attraversata da una crisi economica e sociale pesantissima. Alle sue porte, dall'Ucraina alla Libia, sono aperti conflitti che possono avere esiti catastrofici e c'è chi vorrebbe proseguire nelle politiche sciagurate che hanno creato le attuali crisi. 

La Ue - e la Germania in particolare - si è presentata al tavolo con assurda ostilità e con l’intransigenza di chi non considera il significato del voto greco e definisce il nuovo governo greco “irresponsabile” perché non accetta il diktat della Troika. Un disprezzo totale per la democrazia, per le sorti della Europa e della sua economia.
“Non siamo una colonia e non accetteremo le ricette della troika nemmeno con una pistola alla tempia”. E’ la risposta di Tsipras all'ultimatum alla Grecia dell’UE.
In altre parole: meglio fallire cercando di ripristinare il primato della politica sulla finanza, che farlo in nome degli interessi di speculatori e squali. Banche tedesche in primis.

Qualche anno fa scrivevo: non possono concepire che qualcuno voglia combattere l'egemonia culturale del neo-liberismo, che identifica e individua, nel nuovo idolo del libero mercato, l'unico fattore di crescita e di sviluppo.
Questo nuovo vangelo, dal crollo dei regimi comunisti e del muro di Berlino, ha creato un moderno dogmatismo ideologico: l'economia che guida la politica. La supremazia del capitale su tutto, in nome del pragmatismo e a scapito del lavoro, della salute, dei bisogni, dello stato sociale. Nessuno può metterlo in discussione.

Come se la politica non dovesse mai occuparsi di leggi e diritti, di regole e convivenza civile, dei fenomeni migratori, dell'integrazione razziale, dei conflitti nord-sud del mondo, della miseria e delle malattie endemiche, delle rivolte per il pane e per la democrazia, dei fondamentalismi religiosi, delle mafie, del traffico di droga, delle devastazioni ambientali.
Basterebbe allora un sofisticato sistema super computerizzato - ovviamente in mano alla classe dirigente (Banca Mondiale, FMI, Multinazionali) - per dirigere, indirizzare, regolare i flussi finanziari e gestire scelte e dinamiche economiche.

Come, duemila anni fa, la sconfinata espansione dell'impero romano contribuì non poco a diffondere le idee del cristianesimo, così oggi l'impero mondiale dei media concorre, colpevolmente, a divulgare questo nuovo catechismo, soffocando e deridendo ogni tentativo di pensare diversamente e liberamente.
E fa sempre più proseliti fra i tanti che, per essere al passo con i tempi, non vogliono apparire emarginati, “antichi" o "veteroqualcosa". 

Si convertono alla nuova religione, rinunciando alla propria identità, alla propria autonomia intellettuale, all'indipendenza del giudizio, alle legittime contraddizioni di un mondo imperfetto.
Non dell'eccezione, quindi, nasce la crisi, ma dalla forte diseguaglianza determinata dal Mercato, lasciato libero da scelte e indirizzi politici, socialmente orientati.
Quindi è crisi di civiltà, di incompatibilità tra capitalismo finanziario e democrazia.
I diritti sociali non possono e non devono dipendere dall'andamento economico.
18 febbraio 2015    (Alfredo Laurano)
                                                                                    

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