lunedì 23 febbraio 2015

IL VICOLO FATATO


Se capitate nel paese del Piglio, patria del Cesanese - ma consiglio di andarci di proposito -  c’è un vicoletto nascosto dove, quasi per magia, si apre un luogo “antico” e di sapori e profumi, quasi dimenticati. 
Un luogo veramente fatato e suggestivo che riesce a raccontare con i suoi piatti la storia di una cucina semplice e genuina. Il nome del locale è già evocativo dell’atmosfera che lì si respira.

L'Osteria del Vicolo Fatato è un piccolo ma accogliente spazio, dove il tempo sembra essersi fermato. 
Sulle pareti, immagini, locandine, giornali e oggetti d’epoca in puro stile vintage e retrò, come la stessa piacevolissima musica di sottofondo, che spazia dagli anni trenta ai sessanta. 

Ad accogliervi ogni volta, con la massima gentilezza e cortesia, è Pompeo, preparato titolare del locale, con Nadia, l’eccellente cuoca-moglie in cucina.
Attento, professionale e riservato illustra i piatti e i vini, sottovoce. Li “narra” con maestria e con amore e ne descrive, senza fretta, ingredienti e tipo di cottura.
Il menu cambia praticamente tutti giorni e rispetta le stagionalità e la filiera corta.

Lo schema delle portate comprende, di solito, otto antipasti sfiziosi e particolari (da non perdere), tre primi, tre secondi, tre dolci. Si può optare per qualunque scelta: assaggi, tris, una minestra, una pasta, un piatto al forno o fermarsi quando, dopo aver saziato gli occhi, anche lo stomaco si arrende. 


Qualche esempio per stuzzicare un po’ la fantasia: spiedino di frittata ai fiori di zucca e provola affumicata, con pesto di valeriana e mandorle, melanzana farcita con cacio di bufala e basilico, tortino con purea di patate e mortadella al tartufo, con crema pasticcera alla cipolla rossa, peperone farcito con trito di pollo e olive, pomodori ripieni di sardine, pecorino e finocchietto selvatico, bignè col pecorino e i broccoletti, i cannoli di formaggio con semi di papavero e funghi pioppini e porcini.
Fra i primi, strepitosa la zuppa di fagioli, lenticchie, orzo, farro e porro, le fettuccine fatte in casa con petto d'anatra affumicato, pioppini, galletti e pomodoro. Poi, maialino farcito, con brandy, zafferano e coriandolo e servito su letto di finocchi e un tenerissimo fianchetto di manzo al vino rosso e tartufo, con cicoria selvatica.
Sono sapori antichi, tradizionali, semplici, ma la creatività del simpatico Pompeo, personaggio perfettamente integrato e proiettato nello stile e nell’epoca, anche nei modi, è sorprendente negli abbinamenti e non ha limiti, anche quando presenta e spiega le portate soddisfacendo ogni curiosità.

Ci sono stato molte volte, con amici, familiari e compagni di lavoro - tutti entusiasti e più che soddisfatti - e non mi è mai capitato di assaggiare qualcosa che avevo già provato in precedenza. Ogni visita è una piacevole sorpresa.

Al Vicolo Fatato non si mangia in maniera sbrigativa, ma si assaporano cibi prelibati a cui va dedicata tutta l’attenzione che meritano, respirando, peraltro, un'aria d’amicizia e da pranzo di famiglia. 
Il caffè è servito con la moka e il prezzo è assolutamente commovente, rispetto alla qualità e alla quantità delle proposte. 
L'Osteria del Vicolo Fatato è un posto quasi unico e coinvolgente, da salvaguardare. Un’oasi di poesia e tranquillità, perfetta per evadere dalla frenesia dei fast food e dalla superficialità di ristoranti senz'anima.

Ogni pasto è un’esperienza culturale che esalta i sensi, la mente e le papille, un viaggio riflessivo nella terra del gusto e del piacere, dove non si divora, ma si degusta lentamente.
Dove tutto è veramente slow, rilassante e di eccellente qualità.

Dove il tempo si è fermato per farci pensare anche a ciò che mangiamo e, quindi, a ciò che magicamente siamo.
19 febbraio 2015   (Alfredo Laurano)
                                 

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