lunedì 23 febbraio 2015

ARIECCO LE ORGE-TTINE

Dopo il Jobs Act, Alfano esulta e giura fedeltà a Renzi, almeno fino al 2018. La minoranza PD è in rivolta. La Boldrini si sveglia e censura l’uomo solo al comando. Vendola e CGIL parlano di controriforma. Salvini sceglie la felpa quotidiana. E Silvio?
Silvio cogita, si astiene dal giudizio e comincia percepire gli effetti della sua colpevole leggerezza e fatuità.
E’ quasi libero dai servizi sociali, pronto a tornare in campo, ma non aveva stilato un contratto a “tutele crescenti” con le sue poco fedeli dame di conforto e compagnia. Non serviva: le pagava bene e pagava lautamente il loro silenzio, la loro dedizione.

Il silenzio è d’oro, lo sanno tutti. Col denaro tutto si compra: case, cose, deputati, zoccole, ruffiani, mediatori, giudici e lenoni.
Ma le mignotte di livello, che sono tante, furbe e pronte a tutto, vanno tutte compensate allo stesso modo, altrimenti nascono gelosie, invidie e risentimenti che potrebbero provocare improvvisi ritorni di memoria e un bisogno impellente di confidarsi, di confessare per amor di giustizia e verità, per tardivo pentimento o per carità cristiana.

Basta che parli la prima, indignata, offesa e discriminata sul piano del valore commerciale, le altre seguono a ruota.
E allora, com’è noto anche in letteratura e cinema a tinte gialle, si diventa inerme ostaggio di chiunque, facile vittima di possibili ricatti.

Ma il grande statista crapulone, questo non l’ha mai capito, forse ottenebrato dal profumo di giovane patonza: vizi privati, pubbliche virtù e ricatti a gogò.
E’ utile ricordare che questa patetica caricatura d'uomo e di politico è stato votato da una massa di italiani per 20 anni e conta ancora, stando ai sondaggi, su un 13%.
Sono tanti quei connazionali che non hanno mai considerato importanti i suoi comportamenti, le sue campagne acquisti, i suoi spargimenti di bugie e di denaro e i suoi proverbiali bunga-bunga. 
Anzi, ne hanno fatto spesso oggetto di ammiccante ammirazione, suscitando invidia in compari ed avversari. Come se si trattasse di un comune cittadino puttaniere e non di un presidente del Consiglio.
Questi cittadini fanno paura e, anche, un po’ senso: quelli che lo hanno votato e quelli che sono ancora pronti a farlo.

La generosità di Silvio Berlusconi, va detto, non ha confini.
L’inchiesta Ruby ter, giorno dopo giorno, rivela quanti soldi abbia versato, quante case abbia dispensato, quanti regali abbia fatto, in cambio di silenzio, alle sue Olgettine, alla giovane marocchina spacciata per nipote di Mubarak e a Nicole Minetti, igienista dentale ed ex consigliera regionale. 
Solo lei avrebbe ricevuto mezzo milione di euro e regalie di 15000 euro mensili.
Un po’ caruccia la pulizia della dentiera!
La domenicana Marysthell Polanco, un’altra delle tante ragazze della compagnia di Arcore, a libro paga, ha chiesto nei giorni scorsi alla Boccassini - titolare della pubblica accusa nei processi Ruby - di essere sentita sul caso. Si sta parlando addosso!
A meno che, forse, non le arrivi qualche altro bonifico dal cielo azzurro di Villa S. Martino.

22 febbraio 2015        (Alfredo Laurano)             
                                             

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