giovedì 27 febbraio 2020

PER GRAZIA RICEVUTA


Una specie di reliquia, come il sangue di S. Gennaro a Napoli, che storicamente preserva la città da pestilenze ed eruzioni del Vesuvio.
Per contrastare il Coronavirus, San Miniato mette in campo tutte le forze che ha, anche quelle ultraterrene.
Monsignor Migliavacca, vescovo della cittadina nel Pisano, ha deciso l'esposizione straordinaria del Crocifisso "prodigioso" fino a domenica prossima, 1 marzo, nella chiesa di San Domenico a San Miniato, affinché i fedeli possano invocare la sua intercessione in questo periodo di preoccupazione per l'emergenza sanitaria in atto. Magari, in attesa o con la speranza di un miracolo.

Un po’come accadde durante i difficili anni dal 1628 al 1631, segnati dal flagello della peste, quando la popolazione si era rivolta con speranza al Crocifisso.
Alla fine, la città mantenne il voto di costruire un santuario per custodire, onorare e venerare l'immagine del miracoloso Crocifisso ligneo di Castelvecchio, risalente al secolo XI - abbandonato in San Miniato, secondo la leggenda, da due viandanti e portato dai sanminiatesi nelle città della Toscana in guerra come segno di pace - proprio per essere stata risparmiata dall'ennesima epidemia.
“Considerata la delicata situazione che stiamo vivendo, a causa della diffusione della sindrome influenzale da coronavirus, mi preme invitare tutti alla preghiera - ha detto il vescovo - valorizzando uno dei segni della nostra tradizione religiosa. Si raccomanda l'opportunità di una visita e si invitano i fedeli, in ogni caso, alla preghiera personale".

La straordinarietà della decisione è evidente, scrive «La Nazione», dando la notizia.
Negli ultimi quarant'anni ci sono state due aperture eccezionali (ovvero fuori dalle tradizionali celebrazioni di ottobre), di cui una fu un momento di preghiera per la grave siccità del 2003.
Ma mai prima d'ora c'erano stati cinque giorni di esposizione continua.
27 febbraio 2020 (Alfredo Laurano)


Nessun commento:

Posta un commento