Riapre
a Roma la stazione di Barberini, sulla linea Metro A, dopo quasi un anno di
chiusura. I passeggeri, però, potranno solo scendere, ma non salire, in una
delle fermate più affollate del centro, almeno per qualche tempo. Quanto, non è
stato comunicato.
Riavviata, quindi, a
metà: si può scendere dai treni e uscire, ma non si potrà ancora utilizzare la
stazione in entrata, almeno fino a quando non sarà completata la manutenzione
straordinaria degli altri due impianti. Due scale mobili (su sei) sono ancora
ferme.
La
fermata di Repubblica, riaperta pochi mesi fa, per non essere da meno, era
stata chiusa per 246 giorni. Oltre 80 giorni è rimasta chiusa quella di Baldo
degli Ubaldi, mentre la stazione Cornelia resterà inattiva per la revisione
degli impianti, almeno per altri quattro-cinque mesi.
Tempi
biblici per riparare delle scale mobili e ascensori. In Italia, A Roma
capitale.
A
Wuhan, in Cina, hanno ultimato in dieci giorni un ospedale da mille posti
letto, per ricoverare le persone in quarantena.
E
ora hanno già iniziato a costruirne un altro molto più grande.
Da
noi, Metro a parte, esiste invece il fenomeno raro e contrario degli
ospedali-fantasma.
Costruiti,
attrezzati, costati milioni di euro ciascuno, collaudati e mai aperti, mai
funzionanti, letteralmente lasciati andare alla malora con tutto il materiale
al loro interno.
Sono
132 in sedici regioni, secondo la Commissione parlamentare sul Sistema
sanitario. Ospedali fantasmi, ma anche strade faraoniche, che all’improvviso si
interrompono e che non portano ad alcuna meta.
Inchieste
e trasmissioni televisive (come Striscia la Notizia o le Iene) hanno
documentato una situazione di ordinaria follia come tante se ne vedono in
Italia.
Ognuna
delle strutture visitate è stata costruita decine di anni fa, eppure, a
dispetto del tempo trascorso, e persino di occasionali ristrutturazioni, non si
è mai pensato di farne uso. Anzi, nel tempo e di recente, hanno chiuso tanti
ospedali in tutt’Italia, per tagliare le spese e risparmiare sulla Sanità
pubblica. Tanto, ci sono le cliniche private, per chi può.
Questi
sono solo alcuni dei modi in cui l'Italia ha bruciato risorse. Cattedrali nel
deserto, monumenti allo sperpero, fabbricati, a volte, sotto la guida delle
grandi archistar dello show business, ma mai
utilizzati.
Ma
non facciamo paragoni con la Cina: quelli sono geni o fanno miracoli. O
lavorano sul serio.
Sono
loro che sono strani. Noi siamo normali.
5
febbraio 2020 (Alfredo Laurano)
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