venerdì 7 febbraio 2020

DALLA CINA CON FURORE /1958


Riapre a Roma la stazione di Barberini, sulla linea Metro A, dopo quasi un anno di chiusura. I passeggeri, però, potranno solo scendere, ma non salire, in una delle fermate più affollate del centro, almeno per qualche tempo. Quanto, non è stato comunicato.
Riavviata, quindi, a metà: si può scendere dai treni e uscire, ma non si potrà ancora utilizzare la stazione in entrata, almeno fino a quando non sarà completata la manutenzione straordinaria degli altri due impianti. Due scale mobili (su sei) sono ancora ferme.
La fermata di Repubblica, riaperta pochi mesi fa, per non essere da meno, era stata chiusa per 246 giorni. Oltre 80 giorni è rimasta chiusa quella di Baldo degli Ubaldi, mentre la stazione Cornelia resterà inattiva per la revisione degli impianti, almeno per altri quattro-cinque mesi.
Tempi biblici per riparare delle scale mobili e ascensori. In Italia, A Roma capitale.
A Wuhan, in Cina, hanno ultimato in dieci giorni un ospedale da mille posti letto, per ricoverare le persone in quarantena.
E ora hanno già iniziato a costruirne un altro molto più grande.

Da noi, Metro a parte, esiste invece il fenomeno raro e contrario degli ospedali-fantasma.
Costruiti, attrezzati, costati milioni di euro ciascuno, collaudati e mai aperti, mai funzionanti, letteralmente lasciati andare alla malora con tutto il materiale al loro interno.
Sono 132 in sedici regioni, secondo la Commissione parlamentare sul Sistema sanitario. Ospedali fantasmi, ma anche strade faraoniche, che all’improvviso si interrompono e che non portano ad alcuna meta.
Inchieste e trasmissioni televisive (come Striscia la Notizia o le Iene) hanno documentato una situazione di ordinaria follia come tante se ne vedono in Italia.

Ognuna delle strutture visitate è stata costruita decine di anni fa, eppure, a dispetto del tempo trascorso, e persino di occasionali ristrutturazioni, non si è mai pensato di farne uso. Anzi, nel tempo e di recente, hanno chiuso tanti ospedali in tutt’Italia, per tagliare le spese e risparmiare sulla Sanità pubblica. Tanto, ci sono le cliniche private, per chi può.
Questi sono solo alcuni dei modi in cui l'Italia ha bruciato risorse. Cattedrali nel deserto, monumenti allo sperpero, fabbricati, a volte, sotto la guida delle grandi archistar dello show business, ma mai utilizzati.
Ma non facciamo paragoni con la Cina: quelli sono geni o fanno miracoli. O lavorano sul serio.
Sono loro che sono strani. Noi siamo normali.
5 febbraio 2020 (Alfredo Laurano)


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