giovedì 17 maggio 2018

SALVIMAIO, PECORE E CONTRATTI


Lo Spread sale, il Pil scende, le Borse perdono mentre si è chiusa la bozza del “contratto di governo” giallo-verde. Tantissimi i temi indicati e trattati, ma che necessitano di un vaglio politico primario o sono in corso di approfondimento.
Tutto, quindi, ancora da approvare e verificare dalle parti in causa e, poi, eventualmente, dal presidente della repubblica, in veste di notaio.
Movimento Cinque Stelle e Lega, a fine settimana, sottoporranno la bozza ai propri iscritti, nelle piazze e nelle piattaforme digitali.

Argomenti vasti e titoli piuttosto impegnativi, come: debito pubblico e deficit, ambiente, green economy e rifiuti zero, fisco e flat tax, giustizia rapida ed efficiente, lotta alla corruzione, reddito di cittadinanza, immigrazione e rimpatri, taglio dei costi della politica, delle istituzioni e delle pensioni d’oro, procedure penali e legittima difesa, pensioni e legge Fornero, Tav Torino-Lione, riconversione dell’Ilva e livelli occupazionali, rapporti con la UE e tanto altro ancora. Non si hanno notizie, però, di chi sarà il premier, mentre resta da trovare l’intesa sui nomi, per la squadra dei ministri
Questo nutrito programma preoccupa i mercati: lo spread, come dicevo, sale sopra 150 punti, Piazza Affari perde il 2,3%. Il quadro politico italiano torna sotto la lente degli investitori. Per Salvini, sono "giochini della finanza", per Di Maio, è "paura dagli eurocrati".
Alessandro Di Battista va giù molto pesante: "i "fantomatici" mercati sono tornati a farsi sentire. Eppure non aprivano bocca quando si massacravano i lavoratori, si tagliavano le pensioni, si regalavano denari pubblici alle banche private o si smantellava, lentamente lo stato sociale nei paesi di mezza Europa. Sapete quel che penso di Berlusconi, ma l'ultimo suo governo - un governo per me pessimo - è stato abbattuto più che dagli scandali, dalla congiura dello spread. Oggi "i potenti senza volto" cercano di buttare giù un governo non ancora nato il quale, proprio per questo, ha il dovere di nascere”.
Sempre che davvero lo vogliano le parti, il popolo sovrano, il Parlamento e il paziente Mattarella.  
Ma, nel circo senza rete del potere e della vanità, tutto vacilla sul precario filo percorso dai due funamboli in cerca di stabile equilibrio, mentre scrivono “pagine di Storia”.
A Roma, nel frattempo, lontano da quei palazzi, pecore e caprette brucheranno l’erba nei parchi, nei giardini e nelle ville storiche, come tosaerba naturali.
Topi, gabbiani e cinghiali permettendo. (Alfredo Laurano) 




Nessun commento:

Posta un commento