mercoledì 2 maggio 2018

COMPAGNI


Quasi tutti sanno che il Primo Maggio è la festa che ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano, fissato in otto ore (in Italia con il RDL n. 692/1923).
Per celebrarlo, degnamente, stamattina Raitre ha messo in onda “I compagni” di Mario Monicelli, del 1963.
Un film drammaticamente bello e coinvolgente che guarda direttamente alle radici sociali e politiche di una solidarietà collettiva e che disegna uno splendido affresco storico-sociale dell’Italia di fine Ottocento e del mondo operaio in particolare.

Netto il contrasto fra la condizione di assoluto privilegio delle classi padronali e dei ricchi garantiti e, in un chiaroscuro efficace e sintetico, quella dei lavoratori in sciopero, fra mille dubbi, timori e smarrimento,
Miseria, sfruttamento, fame e povertà, in una Torino nebbiosa e grigia, avvolta nel freddo pungente e delimitata da cumuli di neve e fango dappertutto, raccontano una storia corale e cruda, dove l’atmosfera dei luoghi si unisce al respiro affannoso di famiglie povere che mangiano la zuppa della caserma, e di una collettività indifesa, priva di diritti e quasi tutta analfabeta, che prova a unirsi in gruppo per non morire di quattordici ore di lavoro.
Una vicenda che fa emergere le condizioni in cui versava il proletariato dell’epoca - ben rappresentato dai vari personaggi e, pur con qualche eccesso caricaturale, dalla figura del silenzioso operaio siciliano.

Raffaella Carrà
Straordinario tutto il cast di attori noti e meno noti, sorprendentemente credibili, come un superbo Mastroianni, scalcinato intellettuale, disposto a qualsiasi rinuncia pur di diffondere tra i lavoratori lo spirito e la consapevolezza di classe e far conoscere così anche in Italia il concetto marxista di lotta proletaria. Rappresenta il volto politico della protesta, la guida ideologica di una comunità sociale, ancora orfana di leader e partiti, che non può più sopportare il cieco e intollerabile sfruttamento padronale.
“I compagni” di Monicelli sono un prezioso esempio di cinema verità che non lascia campo alla retorica, ma propone con realismo, vividezza e ironia un intenso capitolo di storia.
È un film che insegna, che commuove, che diverte e fa riflettere nella sua incredibile attualità.
1 maggio 2018 
(Alfredo Laurano)



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