lunedì 7 maggio 2018

IL PROFETA DI TREVIRI


Oggi, 5 maggio, Karl Marx compie 200 anni. In tanti hanno provato ad archiviarlo, a squalificare finalmente le sue idee sotto il segno del fallimento. Eppure il suo pensiero continua a terrorizzare i potenti, a far tremare il sistema, a dare voce a chi, dall’altra parte della storia, bussa alle porte del mondo.
L’alienazione, lo sfruttamento, l’emarginazione, le condizioni che ogni giorno vengono ancora vissute da troppa gente non sono una dimensione dell’esistenza, né qualcosa di inerente alla natura dell’uomo e della società.

Il filosofo figlio della piccola borghesia di Treviri, infatti, fu il primo a teorizzare l’esistenza del proletariato e a capirne le potenzialità.
Intuì alcuni processi della economia capitalista, come l’accumularsi progressivo di quantità sempre maggiori di ricchezza in un numero sempre minore di mani. Mise in guardia, a suo modo, contro i pericoli del capitalismo sfrenato e le profonde ingiustizie che ne scaturivano, come il furto ai danni dell’operaio di parte del suo guadagno legittimo, che lo privava del cosiddetto plusvalore del prodotto finito.
Siamo al materialismo storico: il capitalista borghese è il padrone, il proletariato il servo, la sintesi la rivoluzione proletaria e la società senza classi: quella in cui tutti sarebbero stati padroni dei mezzi di produzione, con l’eliminazione di qualsiasi sovrastruttura sociale.
Grazie a Marx, sappiamo, come ancora continuiamo a dire e a pensare, che un altro mondo è possibile, che si può essere felici anche senza sfruttare e prevaricare altri.

Anzi, costruendo insieme agli altri le condizioni della vita in comune, dove nessuno è escluso. Un altro mondo, segnato da confini di giustizia e uguaglianza, in cui tutti possano costruire il proprio destino ed essere protagonisti, senza servi, né padroni.

Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni.
5 maggio 2018 (Alfredo Laurano)


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