domenica 8 aprile 2018

TURISMO VOYEUR


Era già successo all’isola del Giglio, dove per mesi è rimasta adagiata su un fianco la carcassa della nave Concordia, è successo nelle città ridotte a macerie dal terremoto come Amatrice o L'Aquila, succede ovunque si abbatta una tragedia spettacolare, raccontata a lungo e nel dettaglio dal Web e da tutti i media nazionali.
Disastri, crolli, stragi, delitti feroci, calamità e sciagure varie sono, per alcuni, poli di attrazione irresistibili, richiamano migliaia di curiosi, diventano mete di macabro turismo. Arrivano sempre e subito gitanti per farsi selfie di fronte alle case crollate o a panorami disastrosi simili.
C'è addirittura un operatore inglese (Disaster Tourism), specializzato in siti colpiti da catastrofi, il cui catalogo permette di scegliere tra New Orleans flagellata dall' alluvione Katrina, i campi di battaglia dell’Afghanistan, la centrale di Fukushima in Giappone, le zone colpite dai tornado dell’Oklahoma, le favelas di varie città brasiliane o un ricco mélange di paesi, diciamo, sfortunati.
E’ il cosiddetto turismo voyeur o dell’orrore - alternativo a quello balneare, montano, termale, culturale, religioso, enogastronomico - che cerca i luoghi delle tragedie, in proprio o con i pulmini organizzati per visitare, ad esempio, la villetta di Cogne o di Perugia, la casa di Olindo e Rosa o la cittadina di Avetrana, ma non si tratta certo di una perversione solo italiana. Si va diffondendo nel mondo, anche grazie ai tanti attentati terroristici.

E, per rispettare la tradizione, anche stavolta, nel giorno di Pasquetta, dedicato alle gite fuori porta, centinaia di persone sono salite sul luogo dove gli ospiti dell’hotel Rigopiano rimasero prima intrappolati dalla neve e poi sepolti dalla valanga.
Hanno violato i sigilli. Come sciacalli, sono entrati a rovistare, per raccogliere stupidi souvenir sul teatro della tragedia che ha causato 29 morti.
I parenti delle vittime, giunti sul luogo per pregare, si sono trovati di fronte una fila di auto degna delle prime gite sul litorale, ad attrezzati pic-nic con barbecue e arrosticini, a bambini chiassosi che giocavano a pallone, mentre i genitori scattavano foto ricordo tra i ruderi.
Sono intervenuti per cercare di riportare la situazione a un accettabile livello di decenza, ma sono stati pure insultati e criticati da chi crede sia suo diritto rovistare nelle macerie delle vite altrui.
Nessuno che abbia portato un fiore o acceso un cero, nessun genitore che abbia spiegato ai figli che lì sono morte tante persone per colpa dell'uomo e non del solo destino.
(Alfredo Laurano)

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