giovedì 19 aprile 2018

TRIBUNALE IN PIAZZA

Capisco e condivido la rabbia, la delusione, lo sfogo, l’amarezza, l’insoddisfazione, la voglia infranta di giustizia. Tutto logico, tutto atteso e prevedibile, come reazione popolare a una eventuale sentenza troppo mite e insoddisfacente, quale, in effetti, è stata.
Ma, cari aderenti (solo alcuni, per fortuna) al Gruppo Vannini - che invoca giustizia e verità e predica solidarietà alla famiglia - vi rendete conto di cosa state scrivendo, dalle ore 15 di ieri, da quando si è concluso, per ora, il processo a carico dei Ciontoli?
Pensate di esser utili a quella causa e a quei genitori già disperati di loro?
Pensate veramente che sia questo il modo per esprimere vicinanza e affetto?
Con una montagna di minacce, di disprezzo, di insulti ai giudici e agli avvocati della difesa; con una caterva di accuse, di attacchi scurrili, di aggressioni verbali, di schifo dichiarato, di incitamento alla vendetta, che si traducono in una pericolosa forma di isteria collettiva?
Non è lecito, né utile, arrendersi agli impulsi emotivi e agli scatti d’ira, a cascata e a ripetizione, in una sorta di gara di emulazione a chi la spara più grande e più offensiva.
Sembrano caduti, all’improvviso, tutti i freni inibitori, i propositi di correttezza, la cautela, l’autocontrollo, la ragionevolezza, il senso dell’equilibrio e della misura: tutti sintomi di una reazione incontrollata che scivola nella patologia comportamentale.

E’ possibile scrivere eresie logiche ed espressioni assurde e insostenibili, come:
- Blocchiamo il Raccordo Anulare, scendiamo in piazza, organizziamo cortei…
- Gli assassini non sono 5, sono 6; il sesto è il giudice che ha emesso la sentenza...
- Un buchino in fronte te lo farei io, carissimo padre di famiglia, solo sentendo le tue bugie
- Quanto hanno dato alla giudice per emettere una sentenza schifosa tanto quanto lo è lei…non c è altra spiegazione a questo...la giudice si è venduta come giuda ai Ciontoli
- Se io fossi nei genitori, mi farei giustizia d a solo
- Auguro a questo giudice di merda che qualcuno sparì in testa a suo figlio...poi vediamo quanti anni di galera gli farà fare
- Lurido, schifoso, bastardo, pezzo di merda, che dio ti maledica, te e tutta la tua schifosa famiglia, dovete bruciare all inferno
- Auguro a tutti sti pezzi di merda le pene dell'inferno e una morte lenta e dolorosa
- Spero che la famiglia Ciontoli faccia la stessa fine, morte ammazzata
- Spero che queste persone non abbiano pace ed ovunque vadano siano emarginate al punto di non avere più il coraggio di andare in giro. Creiamola noi la loro galera!
- Dovranno scappare da Ladispoli, sono degli appestati. Nessuno vorrà stare dove sono loro, negozi, chiese, strade. Vanno allontanati dalla comunità: Ladispolani pensateci voi.

E la litania, irriverente e volgare, inutile e nociva al comune scopo, continua ad oltranza, come una lenta, monotona e fastidiosa filastrocca.
La rabbia offusca sempre la ragione e la violenza, anche parolaia, non trionfa mai.
La legge e il diritto, anche quando sbagliano perché opera dell’uomo, sono un irrinunciabile traguardo di civiltà. L’alternativa è la forca e il taglione, la tortura e la vendetta o il ritorno al Far West o alla Inquisizione.
Non è così, lanciando fatwe, ingiurie e improperi, che si reagisce a un’ingiustizia, che si manifesta dissenso e critica.
Così si rischia solo una denuncia e la sicura chiusura di uno spazio social, nato per esprimere sostegno, amore e solidarietà.
Prima di sparare col mouse, caricate cuore e cervello.
19 aprile 2018 (Alfredo Laurano)


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