sabato 20 maggio 2017

OPERAZIONE “BOCCONE AMARO”

Con il sequestro per riciclaggio di Assunta Madre, il noto ristorante di pesce di via Giulia, frequentato da vip dello spettacolo e dello sport e già teatro dell’intercettazione sulla fuga di Dell’Utri, è andata in onda un’ennesima puntata del dramma “Roma Criminale”. Arrestate sei persone (imprenditori, commercialisti, direttori di banca), fra cui lo stesso titolare che, a breve, avrebbe dovuto inaugurare un altro ristorante a Montecarlo insieme a Flavio Briatore. 
Solo un paio di mesi fa una straordinaria inchiesta di Presa Diretta ci aveva dettagliatamente spiegato come la Capitale fosse assediata dai grandi gruppi criminali di mafia, ‘ndrangheta e camorra. 
Altro che Mafia Capitale di Buzzi e Carminati! 
Sono riusciti ad inquinare tutti i settori economici e produttivi e sono presenti ovunque. Dalle periferie al centro storico, in una mappa senza confini, le mafie sono impegnate nel riciclare il denaro sporco, frutto del narcotraffico, e si spartiscono interessi milionari. 
Roma, per chi non lo sapesse ancora, è la più grande piazza dello spaccio di fumo, cocaina e eroina. Soltanto negli ultimi cinque anni, la Dia ha sequestrato patrimoni per un miliardo e mezzo di euro e, solo nel 2016, circa 9400 Kg di stupefacenti.
Una piazza di spaccio di cocaina a Roma “fattura” sessantamila euro al giorno. In alcuni quartieri la droga si vende in sette piazze di spaccio contemporaneamente e un quartiere arriva a muovere 10 milioni di euro al mese. 
Tutti i soldi sporchi della criminalità organizzata finiscono nell’economia pulita, i clan si comprano interi settori dell’economia romana, cercando di infilarsi anche nel business del caro estinto degli ospedali o nel mercato dei fiori del cimitero Flaminio, il più grande d’Italia. 
Roma, dunque, vera Capitale della droga, per un mercato che vale circa un miliardo di euro all’anno. 
Anche il biondo Tevere è ormai un fiume di cocaina e nello stesso ponentino romano sono state ritrovate abbondanti tracce della stessa coca e di altre sostanze tossiche, come il benzopirene e l’hashish, oltre alla nicotina e alla caffeina. 
Ogni anno a Roma si requisiscono aziende e patrimoni mafiosi. Attualmente, Lazio compreso, ci sono più di cinquecento aziende confiscate.
Un anno fa, sono stati chiusi una trentina di esercizi commerciali, bar, gelaterie, ristoranti e pizzerie, oltre al sequestro di decine di immobili e veicoli, centinaia di conti correnti, società fittizie intestatarie di alcuni beni confiscati, centinaia di migliaia di euro in contanti.
Alcuni molto conosciuti, come i tanti locali con l’insegna di “Pizza Ciro”, “Da Ottavio”, l’Osteria “della Vite”, il “Mangianapoli”, l’Hostaria “Sora Franca”, il Cafè de Paris, il “Varsi Bistrot”, la caffetteria Ferrara, la Pastarella e i bar “Pio Er Caffè” e “L’Angolo d’Oro”, tutti in zone centralissime o nei pressi del Vaticano, intestati formalmente a terzi.
Roma sembra essere il terreno ideale per riciclare il denaro sporco - sostiene il prefetto Gabrielli - grazie ai tantissimi esercizi pubblici e commerciali in aree pregiate come quelle del centro storico, al vasto mercato immobiliare e le attività presenti in numero elevatissimo. Anche se, come ci informa “La Stampa”, le mafie hanno in mano cinquemila ristoranti in tutt’Italia, per un giro di affari di 22 miliardi di euro.
Con la crisi del mattone, hanno capito che conviene puntare sul cibo e sulla gastronomia: in trattoria, per una pizza o una fritturina, prima o poi, ci vanno tutti. 
Magari, quando tocca a noi, cerchiamo di scegliere quella giusta, condita senza sangue e senza cocaina.
 (Alfredo Laurano)

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