domenica 5 marzo 2017

UN KARMA DA TRECCANI

Tutti la cantano, tutti la ballano e, ancor oggi se ne moltiplicano parodie e adattamenti.
Occidentali's Karma, dopo aver vinto Sanremo, è riuscita a far venire a tanti la scimmia, quell'incontrollabile desiderio di ripeterne ossessivamente il ritornello, unito spesso a giochi coreografici e danzerecci.
E, ovviamente, spopola sul web, in radio e TV e nelle classifiche, diventando virale come tutti i fenomeni veicolati dai social, che alimentano giudizi, like, condivisioni, commenti, dibattiti infiniti, più o meno di alto gradimento.
Un ennesimo tormentone musicale, nato dall’ilarità, dal ritmo e, soprattutto, dall’originalità del testo, stravagante, inconsueto, culturaleggiante, pieno zeppo di citazioni e riferimenti socio-antropologici e filosofici, che hanno conquistato anche i non addetti ai lavori e non solo in Italia. Da qui, appunto, le tante parodie popolari.
Con enciclopediche parole e versi un po’ esoterici, la canzone di Gabbani spazia dalla civiltà orientale alla filosofia greca, per rappresentare la contraddittoria condizione umana odierna e raccontare, con sottile, ma profonda ironia, il modello culturale occidentale (azioni, scelte, gesti), che traccia il nostro destino (karma), coniando nuovi slogan, neologismi e giochi di parole che lasciano il segno nella memoria collettiva.
Si va dalla scissione tra la necessità d'interiorità e l'importanza dell'apparenza, alla metafora Panta rei di Eraclito, dal Buddha in fila indiana, alle lezioni di Nirvana, in un percorso dissacratorio delle false certezze e delle nuove ipocrisie sociali. 

Il web è ritratto come nuova religione, “coca dei popoli, oppio dei poveri”, riprendendo le teorie di Marx. Ma, anche “il dubbio amletico dell’essere o il dover essere; il contemporaneo come l’uomo del neolitico, nella sua gabbia 2x3, mettiti comodo.” 
E ancora, “gli intellettuali nei caffè e gli internettologi, soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi; l’intelligenza démodé, le risposte facili, i dilemmi inutili, l’AAA cercasi storie dal gran finale; le gocce di Chanel che piovono su corpi asettici, mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili.
Per tutti, e per finire, un’ora d’aria, di gloria, mentre la folla grida un mantra e l’evoluzione inciampa”.
La scimmia nuda balla Occidentali’s Karma.

Ed è proprio questa, forse, la citazione più importante, alla base del messaggio: “La scimmia nuda”, fantastico saggio del 1967 di Desmond Morris - che si è complimentato con gli autori del brano - in cui l’etologo accosta l'essere umano al primate privo di peli, ma assai simile nei gesti, nei comportamenti e nel linguaggio del corpo. Spogliato delle sue sovrastrutture, l’uomo tecnologico contemporaneo non è molto diverso dal suo progenitore che viveva nelle caverne e appare per quello che in effetti è, ovvero una scimmia nuda: quella che balla accanto a Gabbani e che non ha mai smesso di ballare.

Insomma ce n’è per tutti. Anche per chi poco sa della materia o non ha molta dimestichezza col ridondante glossario di espressioni, menzioni e aforismi.
Di tutto e di più, scimmia sul palco o in strada compresa.
Manca solo quella del “Dino, dammi un Crodino…l’analcolico biondo, che fa impazzire il mondo!”
(Alfredo Laurano)

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