giovedì 23 marzo 2017

SUA NULLITA’ ISTERICA

Mi piacerebbe tanto sapere quanto gli danno per fare il pagliaccio a pagamento in televisione.
Stavolta, l’osannato storico d’arte più folle, il più famoso - ma non il più capace - si è davvero superato: dal capra, capra è passato al vaffanculo, sempre in diretta e a favore di telecamera.
Nessun altro suo collega - e in Italia ce ne sono di bravi e diversi, - lo ha mai seguito sulla strada della cialtroneria. Né le sue competenze, qualsiasi o tante che siano, sembra prevalgano su quelle di altri esperti, come Caroli, Bonito Oliva, Barilli o Daverio, meno noti e meno celebrati mediaticamente, perché non fanno circo, ma sicuramente più seri e rispettabili. Il fatto di essere stato allievo del grande Federico Zeri, peraltro, non lo qualifica automaticamente come critico eccellente, anzi con le sue esibizioni plateali e volgari ne infanga il buon nome.
E’ ormai diventato un peripatetico del teleschermo che si vende, passeggiando e insultando, al miglior portico televisivo offerente, facendo leva su una certa cultura di base e sulla sua dialettica logorroica, che non può e non deve essere interrotta o contenuta.
Deve il suo successo, essenzialmente, al fatto di aver capito da tempo che nello Spettacolo - non nel mondo dell'arte, che dovrebbe essere il suo habitat più logico e naturale - basta fare l’isterico e dare gratuitamente dell’ignorante o del coglione a chiunque non lo ossequi o non lo ascolti in religioso silenzio, per essere considerato un genio della tuttologia.

A La7, l’altra sera, è andata in onda l’ennesima puntata farsa dello Sgarbi Furioso, che ha tracimato oltre il dovuto, oltrepassando il livello degli argini del confronto duro e della cafonaggine che già tutti gli conoscevano. Si è esibito in tutto il splendore, in tutta la sua finezza e signorilità in un momento veramente epico e surreale di spazzatura televisiva.
Ospite del programma “Bianco e Nero”, è riuscito ad offendere pesantemente in un colpo solo il conduttore Luca Telese e gli ospiti, tra cui Luisella Costamagna attonita e sbalordita, un’esterrefatta e incredula Luciana Castellina, Simona Izzo e la compassata avv. Bongiorno. “Stronza stai zitta… non capisci un cazzo… dici solo cazzate… vaffanculo!”
L’invito a contenersi, a mantenere la calma e a non insultare, è rimasto ovviamente inascoltato e allora gli ospiti, indispettiti e indignati da tanto inqualificabile affronto, si sono alzati e sono andati via. Telese, durante e dopo lo stacco pubblicitario, si è scusato e ha convinto gli ospiti a restare.

Vero è che, se Sgarbi esiste, la colpa è di chi continua a chiamarlo, in qualità di consunto e abusato denigratore seriale, privo di equilibrio e affetto da evidenti turbe psichiche nella sua nullità isterica. Fin da i tempi dello storico schiaffo di Roberto D’agostino.
I suoi interventi trash, a prescindere dal tema in discussione, vengono pagati solo per aumentare l'audience e quindi favorire le risorse pubblicitarie. Si carica e si arrabbia in automatico, quasi a comando, come da copione autogestito, in un crescendo affabulatorio che appaga il suo ipertrofico ego di pseudointellettuale, soprassedendo alle tante vicende giudiziarie che negli anni lo hanno coinvolto abbondantemente in varie inchieste. Guai se qualcuno osasse ricordarlo! Scatenerebbe l’inferno e distruggerebbe gli studi e tutto il bel teatrino.

Credo sia arrivato il momento di emarginare in via definitiva questo venditore di chiacchiere e di se stesso, che, grazie all’aura luminosa che si è costruito come sommo esperto d’arte, di discutibile credibilità, si arroga il diritto di offendere, disprezzare e incitare alla violenza verbale, lanciando anche esempi e messaggi diseducativi.
Questo Paese, più o meno civile, può benissimo fare a meno di questo buffone di corte, servo opportunista di più padroni, e del suo “mitico sapere”.
Un buffone, prestato all’arte e alla politica per tutte le stagioni, gonfio di superbia e di arroganza trasversale. Un parassita pronto ad indossare i panni di qualunque personaggio nella comica commedia della sua vita, spesa nel segno della incolpevole capra. Tutto, purché appaghi il suo smisurato narcisismo, la sua innata megalomania: un saltimbanco in cerca di potere, di ricchezza e venerazione. Per questo non gli basta fare il suo unico mestiere che, pare, sappia fare.

Ha ragione Emiliano, presidente della Regione Puglia, accusato dall’esagitato vip di spargere retorica ideologica, quando dice: “In realtà, Sgarbi non esiste è solo uno stress-test per partecipanti a show televisivi. E’ una funzione a cui lui assolve con puntualità”.
Ci sarebbe, sempre e comunque, da carcerare Maurizio Costanzo, che Sgarbi l’ha inventato e costruito sulle tavole del Parioli, una trentina d’anni fa!
22 marzo 2017 (Alfredo Laurano)



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