venerdì 17 marzo 2017

DAR SOR ERMETE

Drogherie, mescite, latterie, pizzicherie: erano i negozi di un volta, oggi quasi scomparsi e sostituiti da super e ipermercati e centri commerciali.
Quei nomi di botteghe a carattere familiare evocano sapori e fragranze antiche.
Eppure, fino a una cinquantina di anni fa, rappresentavano la vita di quartiere, erano luoghi di incontro, di scambio e di riferimento sociale, economico e locale.
Lì, si faceva la spesa quotidiana, si comprava il latte in vetro, o si sorseggiava ‘na foglietta di vino, sbocconcellando due fettine di porchetta o di salame. Si respirava un’aria mite e casareccia, si condividevano veri momenti di vita semplice e pulita.
Entrando, si veniva subito colpiti dal misto di odori che vi regnava: profumi forti, aromi dolci, speziati e penetranti, di pane, di cannella, di pepe, di cacao, di zafferano, si sfidavano per prevalere in quelle piccole, tipiche botteghe, in cui c’era un po’ di tutto.
Tutto era venduto sfuso.
Lo zucchero si impacchettava nella carta blu, detta, appunto, da zucchero. La pasta nei cassettoni, il caffè, i legumi nei sacchi...tutto si poteva comprare a etti.
Si commerciava a misura d’uomo, secondo le tasche e i bisogni, in quei luoghi così odorosi di bontà e umanità.
Ora, tutto questo non c’è più, appartiene a un'altra epoca che si chiama passato: quel fascino, quei colori e quei profumi della bottega del mitico Sor Ermete all’angolo restano solo nei ricordi della nostra d'infanzia.

(Alfredo Laurano)

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