martedì 2 giugno 2015

PIRATI STRADALI O DI COSCIENZA

Prendiamo atto, con soddisfazione, che i due giovani Rom, ricercati, che hanno strappato Corazon Abordo alle sue tre figlie ed al marito, mentre tornava a casa dal lavoro, sono stati assicurati alla giustizia. I responsabili di tanto dolore e di tanta vergognosa azione, che hanno ferito anche altre otto persone, ora dovranno pagare. Forse!
Il clamore sollevato dal caso non si placa e l’indignazione popolare si è espressa in mille modi: commenti, condanne, dichiarazioni istituzionali, manifestazioni di solidarietà alle vittime, minacce e voglia di vendetta.

Ma tutto questo non si è verificato per i fatti di Savona, dove un carabiniere ubriaco e drogato, ha investito e ucciso, con la sua moto, risultata senza assicurazione, un pensionato. Dalle analisi del sangue, l'agente è risultato con un tasso alcolemico superiore a tre e positivo alla cocaina.
Né a Pozzallo, nel ragusano, dove un ubriaco alla guida ha travolto due ragazze di 27 anni: una delle due giovani è ricoverata in prognosi riservata in ospedale, l'altra ha una prognosi di 30 giorni. L'uomo, italiano di 37 anni di Ispica, dopo l'impatto si è dato alla fuga ed è stato rintracciato dai carabinieri e arrestato per guida in stati di ebbrezza, omissione di soccorso e lesioni gravissime.
E neanche  ad Aprilia dove Amandeep e Sandeep, fratello e sorella indiani di 19 e 20 anni, sono stati travolti e uccisi sulla Nettunense, mentre il 9 maggio scorso aspettavano l’autobus Cotral per andare a scuola. Su di loro è piombata la Uno Turb guidata da Joseph Avarello, 39 anni, italiano, apriliano. Ferito gravemente, ma vivo, il terzo fratello sedicenne,  che si è miracolosamente salvato, nonostante l’incidente sia stato devastante. 
Il nome di costui che ha ucciso i due ragazzi non è stato mai reso noto, fino ad oggi, né lui ha mai chiesto scusa alla famiglia indiana.
Non ci sono state interrogazioni parlamentari, né note di solidarietà, solo il grande affetto spontaneo della comunità di giovani di Aprilia, in cui specialmente Sandeep si era integrato benissimo. 

La notizia della tragica morte dei due ragazzini travolti, né le precedenti e né le tante altre simili di cui, per sbaglio, si è avuto sentore a livello locale, ha “meritato” un solo minuto in un solo Tg, nessuna riga sui giornali nazionali, nemmeno il nome delle vittime.
Perché queste non sono vere notizie, sono routine, non fanno scalpore, non suscitano sdegno: la comunicazione e l’informazione, oggi, hanno bisogno di sensazionalismo, di effetti speciali, di parlare alle pance delle persone.
Hanno bisogno di stereotipi di forte  e costante attualità, di schemi mentali precostituiti e cristallizzati, da proporre, da far disprezzare e da far condannare con durezza, per scatenare il morboso interesse popolare, orientare la pubblica opinione, speculare sui peggiori sentimenti umani. 
E, in questo momento,  se gli autori dei misfatti non sono Rom, non sono migranti o clandestini non interessano a nessuno.
1 giugno 2016  (Alfredo Laurano)

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