sabato 27 giugno 2015

FANATISMO SENZA FINE

Ma che schifo di mondo è diventato! 
L’asticella dell’orrore massimo, che credevamo ormai fissata fra le orrende pagine di decapitazioni collettive, di uomini arsi vivi o affogati in gabbia nelle piscine o centrati da razzi di bazooka nelle auto o di teste legate l’un l’altra con le micce e spappolate in fila, non basta più, deve salire ancora.
Dopo Charlie, dopo il Pardo, dopo il market di Parigi, dopo gli stupri collettivi, le fosse comuni, le bambine kamikaze, le stragi nei mercati, ieri, il terrore è sbarcato sulla calda sabbia delle vacanze in Tunisia, in un venerdì di Ramadan segnato anche da attentati a Lione - fabbrica di gas con relativa decapitazione - in Kuwait, nella moschea sciita, con 26 morti ammazzati.
Uomini armati sono arrivati dal mare su un gommone, come Sandokan o il Corsaro Nero, sono sbarcati e hanno attaccato la spiaggia di due resort di lusso a Sousse, nel golfo di Hammamet, a 140 km. da Tunisi.
Tra i lettini e gli ombrelloni, tra i secchielli e le palette hanno sparato ai bagnanti, alla gente che prendeva il sole, che leggeva giornali, che parlava col vicino, che si spalmava l’olio o che faceva il bagno. Scene di panico e turisti barricati nelle camere dell'hotel. Hanno inseguito gli stranieri fino alla hall e alla piscina interna, sparando all’impazzata. Un terrorista aveva nascosto il kalashnikov in un ombrellone che aveva in mano e ha lanciato varie granate. 38 le vittime di nazionalità britannica, tedesca, belga, francese, centinaia i feriti.

Di fronte a tale, ennesimo scempio, abbiamo finito le parole: di stupore, di rabbia, di indignazione, di condanna, di paura. Ci sentiamo tutti vittime e impotenti.
Smarriti, sconvolti, abbandonati, insicuri e sbigottiti attendiamo con ansia e con timore il prossimo, inevitabile evento, che ci colpirà da molto più vicino. I segnali sono eloquenti, le minacce molto più che reali, checché ne dica Alfano e i suoi Servizi di Sicurezza.
Il mondo occidentale è sotto attacco, è in guerra, a sua insaputa, ma unilateralmente dichiarata, con l’integralismo islamico e non sa come difendersi dalle forme di terrorismo e dalla guerriglia fondamentalista, che irresponsabilmente ha suscitato.
Sta lentamente, ma inesorabilmente, pagando il prezzo delle sue colpe per aver raso al suolo l'Iraq, l'Afghanistan, la Libia, per aver scatenato guerre per succhiare petrolio, per aver sfruttato e colonizzato popoli africani, per aver inventato la bufala delle armi chimiche di Saddam, per aver finanziato e sostenuto i terroristi che sparavano ai cattivissimi russi, per aver ucciso centinaia di migliaia di persone - anche quando si arrendevano e si ritiravano - per “portare la democrazia e la libertà” in quei  "barbari" paesi.

L' Italia è nel mirino dell'Isis. 
Molti attentati, pare, siano stati già sventati per il rotto della cuffia tra Milano, Roma e Firenze. 
Quella spiaggia tunisina della strage vacanziera poteva essere quella di Fregene, di Riccione o di Puntala. 
Quella moschea di Kuvait City, saltata in aria, poteva essere il Pantheon o il Vaticano, perché, come sostengono quegli invasati, sono tante "le tane della fornicazione, del vizio e dell'apostasia di quell'alleanza crociata che combatte il Califfato".
Il gruppo di Al Baghdadi accarezza il sogno delirante di conquistare e abbattere i simboli della cristianità: il perfetto jihadista vuol marciare sul Vaticano “per spezzare le croci con la benedizione di Allah” e issare la sua bandiera nera.
Filtrano voci poco rassicuranti su blitz, pianificati nei minimi dettagli, di cellule pronte a colpire nella metropolitana di Milano, così come nella basilica di Sant'Antonio a Padova e in quella di Bologna.
Il fanatismo è l’esercito più difficile da combattere, da prevenire, da estirpare, soprattutto, quando nasce, è provocato o alimentato da abusi, prepotenze e dal nostro deprecabile dispotismo.
L'idea dell'ISIS forse è nata, non a caso, nelle carceri irachene tra i prigionieri degli americani....
27 giugno 2015   (Alfredo Laurano)

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