lunedì 22 giugno 2015

ERA DOLCE E SOLATIA…

I DIV son tornati a casa.
La gita si è velocemente consumata tra i verdi boschi e le piogge di Romagna, all’aria fresca o proprio fredda di un inizio estate villano e dispettoso, attraverso odori d’erba e sapidi gusti di tortelli e cappellacci, di Sangiovese e di pungenti aromi di formaggio di fossa, di porcini e confetture di pere cocomerine. E tra i bei casali in pietra della Valbonella, tra prati curati e giardini officinali, tra liberi pavoni e scolaresche vivaci e scatenate.
Ma anche incrociando passeggiate e shopping fra terme e negozietti, con “imperdibili” occasioni per acquistare maglie, costumi e giubbetti, alla volè.
O paesaggi bucolici e sereni, popolati da Elfi, fatine e gnomi Mentini, rilassanti dormite e luoghi suggestivi, sorgenti tiberine o città plautine, tra mille risa e fragorose chiacchiere vibranti, tra ululati festosi, trilli, gorgheggi d’animo e di gola e gorgoglii di pancia che gradisce.
Tra goliardici schiamazzi, a volte maliziosi, e fotografie, tra messaggi WhatsApp e telefonini a ferire e violentare… “sovrumani silenzi e profondissima quiete”, dal sapore universalmente leopardiano.
E su quello sfondo, gaio e scanzonato, un clima gioioso di allegria, schietto e spumeggiante come il sangue romagnolo che si attacca e ti contagia.

Quante voglie, quante proposte, quanti programmi e possibili iniziative, ma il tempo è poco e la pioggia tanta. Bisogna scegliere, sfruttare al massimo quel poco che ci è riservato, sfidando il meteo e gli elementi avversi.
E allora, all'eremo fra i tigli del santuario di Corzano, magico e seducente nella sua oasi di pace e sobrietà; al Monte Fumaiolo a scoprire un gelido zampillo che diventa Tevere; lo strudel del rifugio per premiar la gola e la fatica; la bella Sarsina che diede i natali a Tito Maccio e alla sua commedia degli equivoci e degli scambi di persona, dove l’ilarità nasce dagli intrecci e dagli amori ostacolati: l’azione si fa gioco creativo e diventa liricamente comico, in una ridda di battute, digressioni esilaranti e dialoghi scoppiettanti.
Un po’ come i nostri, casuali, spontanei, beffardi e macchiettistici, zigzagando, con un po' di nostalgia, tra i sentieri dei ricordi e dell'oblio: una sorta di puro cazzeggio plautino, da contaminazione storico-locale, più gastro-comica, direi, che poetica o teatrale. Come, per esempio, “e allora, faccela vedè” …’sta fotografia!
Inevitabile: siamo in Romagna, dove si balla, si ride, si beve e ben se magna!

Sfoderate coltelli e forchette e gambe sotto al tavolino: al Primo Maggio di S. Piero in Bagno, da Lia a Montecoronaro, all’Antica Osteria di Sarsina e, per non privarci del sapor di mare, un lungo e un po’ insensato giro a degustar le delizie marinare della Rustita, in quel di Fano.
E dopo cozze, fettuccine, alici, sogliole e calamari, la classica “moretta” che fa digerire, l’attesa in fila per la pipì, fraterna e collettiva, e tutti in macchina per tornare a casa, stanchi ma felici, come nelle belle favole dei diversamente giovani.
22 giugno 2015     (Alfredo Laurano)

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