venerdì 18 agosto 2017

VINCEREMO! SI, A BRISCOLA O A SCOPONE

E’ singolare - e anche un po’ ridicolo - che, dopo ogni strage, dopo ogni orribile attentato - e, ovviamente, anche dopo questo ennesimo di Barcellona, di poche ore fa - presidenti, ministri, capi di stato e politici, di ogni razza e colore, aprano il manuale dell’insulsa retorica per condannare con fermezza e falsa commozione quegli eccidi, per dichiarare di essere vicini alle famiglie delle vittime e, soprattutto, per rassicurare i popoli che i terroristi non vinceranno, “perché i nostri valori sono più forti del loro odio”.
"Sono assassini, criminali che non ci spaventeranno. Non ci costringeranno a rinunciare alla nostra vita, alla nostra libertà”, recitano i versi della ormai consueta liturgia.
Un altro po’!!!
Ma, forse non sanno che a quelli non gliene fotte niente di vincere: non è una guerra o una lotteria, non è un campionato o una perenne partita di calcetto o una sfida a scacchi o a briscola paesana.

Per noi è una scommessa che punta sugli scongiuri, su cornetti, santi protettori e formule di incredibile magia, e sulla fortuna di non essere coinvolti, in qualsiasi luogo o situazione (strada, treno, metro, stadio, mercato, stazione, aeroporto o ristorante). Per loro è una missione, una spietata caccia alla sorpresa, all’imprevedibilità, alla casualità, secondo un criterio di cieca e ottusissima obbedienza alla divinità.
Quelli vogliono solo uccidere, spaventare, terrorizzare, con ogni mezzo o arma - ora con coltelli, camion e furgoni, secondo le nuove strategie - quanta più gente possibile, anche perché l’eventuale premio ce l’hanno già nella loro religione, nelle loro credenze, nei loro paradisi. E ci riescono benissimo.
Isis, Al Qaeda, foreign fighter, radicalizzati, fondamentalisti, jihadisti della porta accanto o cani sciolti non devono alzare coppe o trofei, ma seminare odio, spargere sangue e consumare vendette, secondo un dio, una religione, un comandamento assurdo, che ottenebra i sensi e avvilisce la ragione. E non giocano e non vincono con le nostre carte, con le nostre regole, con i nostri compromessi.
Risparmiateci le chiacchiere e la solita ipocrisia.

18 agosto 2017 (Alfredo Laurano)

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