mercoledì 23 agosto 2017

LA DISFIDA DEL BRODETTO

Zuppa, brodetto, guazzetto, caciucco, ciuppin, broeto: ogni regione o località marinara d’Italia ha la sua zuppa di pesce, più o meno ricca e pregiata, più o meno povera, ma sempre gustosa e saporita.
Dall’Adriatico al Tirreno, da Caorle e Torcello, da Pesaro a Vasto, passando per Fano, San Benedetto del Tronto, Pescara e Francavilla. Dalla Puglia allo Ionio e alla Sicilia, dal Mar Ligure a Livorno, da Sestri Levante alla costa amalfitana.
Protagonista, sempre il mare, i suoi miti e le tradizioni locali, i suoi pescatori, le barche, i pescherecci e i mitici trabocchi.
Brodetto sull’Adriatico, zuppa nel Tirreno.
Con i suoi pesci e i suoi profumi, col pomodoro e il pan tostato, col peperone verde, col soffritto o con il vino, con l’aceto o il piccantino, con le patate, i carciofi e le verdure, col pesce prima fritto a Trieste, in bianco o con lo zafferano a Porto Recanati. Ogni regione, ogni paese, ogni famiglia ha il suo coccio prelibato e preferito.
Perché tutto fa brodo, tutto fa zuppa: seppie, calamari, cozze, vongole, razze, palombi, mazzole, coda di rospo, gattucci, gamberi, scampi, scorfani, triglie, gallinelle, sogliole, merluzzi, sampietro, canocchie. Tutto da aggiungere man mano, secondo le consistenze e i tempi di cottura.


Poi, finiti i pescetti, nel sugo rimasto del gaio brodetto, quasi “ovunquemente”, si cala con gusto il sacro spaghetto.
Massimizzare la resa con quello che c’è, o con quello che c’era.

Una volta, il brodetto era roba da poveri, perché il pesce grosso e pregiato era destinato ai signori e tutto il resto faceva buon brodo solo per gli appetiti plebei, anche gli scarti, le lische e le teste.  
Ancora oggi, nel livornese, esiste infatti il Caciucco povero, fatto con questo e col pesce azzurro.
Contano i colori, i sapori, la freschezza e i profumi, perché ogni zuppa, ogni brodetto porta il mare nel piatto e la gioia al palato. (Alfredo Laurano)



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