martedì 1 ottobre 2013

LA FARSA CONTINUA

Nell'ultima puntata di "Oggi le comiche", il Silvio confuso, dopo aver perentoriamente ordinato ai suoi ministri di dimettersi, chiama i suoi sudditi in assemblea per dettare la linea politica.

O, meglio, trattasi di convocazione, in quanto si può solo ascoltare, obbedire e non replicare.
"Sette giorni al governo per approvare la legge di stabilità, Iva e Imu, poi tutti a votare". I contrasti interni sono superati....per decreto.
In questo simulacro di democrazia, esemplare modello della nuova caserma Forza Italia, il folle irresponsabile - assistito dalle sue badanti Santanchè, Gelmini e Biancofiore e dal badante innamorato Bondi, ha impedito a chiunque di parlare, di chiarire o di eccepire, lasciando dubbi e malcontento in molti convenuti.
Comincia a serpeggiare un certo dissenso: Cicchitto e Alfano ne sono una velata espressione. Quagliariello è in totale disaccordo. I ministri che hanno rassegnato le dimissioni, per spirito di servizio e come atto di obbedienza al padrone del partito, sono contrari alla crisi. Il piccolo Brunetta teme di non poter più urlare e aggredire quotidianamente le telecamere in interviste e dichiarazioni volanti e, solo per lui, illuminanti.
Esiste un reale rischio di scissione, salvo un clamoroso ripensamento.

Intanto, mentre prosegue questa pagliacciata, un'altra tragedia si consuma nel Ragusano: altri tredici senza volto e senza diritti annegano a pochi passi dalla riva, spinti in acqua a frustate da spietati e infami scafisti.
                                                   °°°°°
Stavo dimenticando il dessert. In una telefonata mandata in onda ieri sera da "Piazza pulita", il nostro, eroe in preda a totale paranoia, riferisce di aver saputo che il buon Napolitano avrebbe sollecitato e invitato la Cassazione, in ordine alla recente sentenza del Lodo Mondadori, ad aumentare di 200 milioni (come minor sconto) la condanna pecuniaria a suo carico.
Sembra proprio un film di fantascienza, il volgare delirio diffamatorio di un folle, ormai, senza freno e senza speranza. Qualcuno dovrebbe intervenire.
1 ottobre 2013                             (Alfredo Laurano)


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