martedì 15 ottobre 2013

IL MINI-GUASTATORE



Ieri sera, da Fazio, l’isterico Brunetta, non avendo argomenti  e risposte plausibili, ha tergiversato su quanti soldi lui ed il suo padrone hanno tolto dalle tasche degli italiani per regalarli ad Alitalia (sei miliardi) e ha eluso, con falsità e parole vaghe, le domande sulla spaccatura e i contrasti del suo fronte.
Per difendersi, ha quindi cercato di attaccare Fazio e il suo stipendio milionario, proprio per non essere attaccato. Così, anziché rispondere alle domande imbarazzanti del fin troppo remissivo e inutilmente garbato conduttore, ha svolto con la solita insolenza il suo bel compitino di mini-guastatore, invertendo i ruoli.
Ai toni impudenti da sfacciato moralista (da quale pulpito…), il fratino Fabio è riuscito però a replicare di essere lieto di far guadagnare la sua azienda, di pagare il 50% dei suoi guadagni allo stato e di non avere alcuna pendenza o condanna per evasione fiscale. Al contrario di qualcun altro….

Sui compensi milionari di artisti e conduttori TV - assunto che, se c'è qualcuno che ruba sono gli evasori, i politici e i super-manager, non certo chi garantisce alla televisione pubblica entrate ben superiori alle uscite) - bisognerebbe fare un discorso a parte, complesso e articolato, analizzando nel giusto contesto ogni tema e aspetto della questione - spettacolo, moda, sport, pubblicità - ed esaminando le dinamiche che investono un mercato folle e degenerato, dominato da leggi, storture e anomalie, che tutti condanniamo e deprechiamo moralmente.
E ragionando, anche, sulle aberrazioni del più sfrenato liberismo che si definisce e si esalta appunto nelle regole di quel libero mercato e della più selvaggia competizione, che paga e premia in base alla ricchezza che produci in quel settore, prescindendo da qualsiasi altro valore e da ogni forma di giustizia sociale.

Quello di Brunetta è il solito spot qualunquista e strumentale sparato dalla destra, con cui si vuol minare la credibilità di personaggi molto popolari e scomodi per la propria fazione: i vari Crozza,  Benigni, Celentano, Littizzetto, Guzzanti…
Non c'è da sorprendersi.
Quelli come lui, e i tanti altri del suo partito, sono mandati in TV, non per spiegare o sostenere un’idea, una tesi, un punto di vista, ma con il preciso scopo, qualunque sia l'argomento in discussione, di aggredire, interrompere, non lasciar parlare, insultare, alludere, confondere, mistificare. E’ una tecnica ormai consolidata che fa parte del miglior repertorio berlusconiano.
Il piccolo impertinente, poi, aggiunge il suo rabbioso livore personale che lo corrode costantemente e che lo rende rancoroso e isterico nel rapporto con gli altri, a causa, forse, di una profonda insoddisfazione verso se stesso e la sua vita.   
13 ottobre 2013                                    (Alfredo Laurano)

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