sabato 5 ottobre 2013

ADOTTA UN RAZZISTA!



Sul web e sui giornali, c’è un dilagare di commenti chiaramente razzisti e provocatori alla tragedia di Lampedusa, che sono a metà strada tra le banali chiacchiere da bar e la più profonda ignoranza, esibita pubblicamente e senza vergogna alcuna, in luogo delle idee e di argomentazioni.
A leggere i volgari e ripetitivi luoghi comuni di questi illustri scribacchini da tastiera, viene lo sconforto, la nausea e una profonda tristezza.
Scrivono parole spregevoli, bozze di ragionamento elementare e malriusciti “tentativi” di pensiero che mettono in luce il peggio che l’uomo, o meglio questi rozzi individui, possano esprimere e rappresentare nella loro primitività preculturale.
Il tutto farcito di orrori grammaticali che confermano la sempre più diffusa tesi che i razzisti sono tutti ignoranti.

Sono costretto a riportare una serie di vocaboli dal suffisso in “ismo” che ne indicano il carattere, la condizione e l’atteggiamento: l’egoismo, il cinismo, l’individualismo, il qualunquismo, il menefreghismo. E l’indifferenza di fronte alla tragedia. 
 
Qualche breve esempio per dare il senso di questi fulgidi  pensieri:
“Perchè non se stanno a casa loro…perché non li ospitate voi buonisti….dobbiamo spendere per la loro sanità e l’assistenza….non c’è lavoro per noi, ma per loro si….hanno i sussidi e le agevolazioni….adottate i clandestini”….e altre deliranti affermazioni come queste.
Pietà, umanità e carità, per costoro, sono solo suoni gutturali, senza valore e senza significato. Roba da ipocriti buonisti e da neo-papa Francesco, che parla di globalizzazione dell’indifferenza e condanna apertamente la discriminazione e la guerra, fatta per vendere armi, e che determina i drammatici viaggi della speranza.

In analogia a quelle tante e sciocche domande retoriche che siamo costretti a leggere, propongo io di adottare un razzista: per aiutarlo, per non emarginarlo più, per farlo studiare e per lentamente rieducarlo al genere umano, sottraendolo allo stato di selvaticità. E per salvarlo, soprattutto,  dall’ horror vacui della sua mente.

Intanto, mentre riflettiamo su tanta bassezza, quel mare è pieno di corpi.
E di piccole scarpe e merendine che galleggiano.

4 ottobre 2013                                (Alfredo Laurano)       

                                

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