sabato 26 ottobre 2013

ALLA LEOPOLDA


Rifare, rinnovare, rifondare, semplificare, rottamare.
Sono le parole d’ordine di Matteo Renzi alla Leopolda di Firenze, in queste ore. Qui parte e si delinea la strategia che lo porterà, fra poco più di un mese, alla Segreteria del Pd.
“Diamo un nome al futuro” è lo slogan della manifestazione”, mentre sul palco compongono la scenografia una lavagna, una bicicletta, una Vespa e una vecchia cinquecento, simboli del passato buono dell’Italia che non vanno rottamati, come invece le persone e la vecchia dirigenza. Saggezza, competenza ed esperienza non sono più valori e vanno smantellati e demoliti in blocco, senza distinzioni. Col rischio di buttare via il bambino con l’acqua sporca.
Ma che importa, tanto: “l’è tutto da rifare!” – diceva un altro toscanaccio, il leggendario e grande Ginettaccio.

In un’atmosfera teatrale, neo-romantica e futurista al tempo stesso, ognuno può intervenire e raccontare in quattro minuti la sua idea di futuro.
Archiviare Berlusconi e gli ultimi vent’anni e guardare avanti, verso un’Italia nuova, che non soffochi di burocrazia, che riduca i parlamentari e faccia le riforme. Cento tavoli, coperti da slogan motivazionali, sono dedicati alla discussione su temi di attualità: dalla giustizia, al lavoro, alle pensioni, alla scuola all'ambiente.
 
Al meeting nella vecchia stazione, tutto è fico e stimolante, trasmette sicurezza e incentiva alla fiducia.
Ottimismo e pragmatismo si respirano nell’aria e si concretizzano in parecchi baldanzosi atteggiamenti del puffo-scalatore fiorentino, che parla come Panariello e si veste e si cadenza come Fonzarelli.
Stile, tratto, mimica, movenze, intonazioni e abbigliamento (le maniche arrotolate di camicia comunicano efficienza) tradiscono superbia e una certa falsità.
Padrone della scena, sembra recitare con scioltezza un copione sicuro e collaudato. Si coglie, anche, un prematuro e convinto sapore di vittoria in quei  modi da spregiudicato, e impavido guascone.
Nella sua Firenze, per chi non lo sapesse, ha già ridotto gli assessori e le auto blu. E gira in bicicletta…che fa tanto “trendy” e anche un po’ “cool”. Una volta, si diceva fa moda, fa tendenza…Ma, tant'è!

Tutto è troppo facile per lui. Niente dubbi e indecisioni, solo solide certezze. L’aria da guappo, il piglio del prode condottiero, incantatore di folle trasversali. Da leader nato e predestinato, fin da quando, nel 1994, giocava in TV alla ruota della fortuna con Mike Bongiorno.
Dalla Leopolda, oggi,  prende la rincorsa per inseguire e far girare un’altra ruota, ben più importante e impegnativa, una difficile scommessa per tutti i cittadini.
Ma senza simboli e bandiere, perché Matteo parla e predica “anche (o soprattutto) ad altri mondi”.   
A quello di Sinistra, però, nemmeno l’ombra.

26 ottobre 2013                                                          
                                         AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         


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