martedì 23 ottobre 2018

DA TOTO’ A POPPELLA /1638


Sono quasi le sette di una domenica come tante. 
Arriva l’elegante pullman e quarantacinque persone prenotate vi salgono e prendono posto. Tra loro, le nostre cinque amiche, contente e odorose di caffè, appena sorseggiato.
Si va a Napoli per conoscere il quartiere famoso fino a non molto tempo fa per le situazioni di degrado e criminalità nel quale era sprofondato lentamente dopo che il ponte, costruito nei primi anni dell'800 per collegare il centro alla Reggia di Capodimonte, lo aveva tagliato fuori dalla vita della città e lo aveva ghettizzato.
Nessun luogo incarna le contraddizioni di Napoli come il Rione Sanità, situato in una valle e nato come luogo di sepoltura in età greco romana, tra necropoli ellenistiche e catacombe cristiane. Qui la morte e la vita, del resto, si confondono da secoli.

Il quartiere Sanità è sicuramente il più affascinante ed antico della città, che ha saputo dipingere nei secoli il ritratto più autentico di Napoli, con la sua variegata umanità, alloggiata fra vicoli, vicoletti, bassi, balconi e botteghe improvvisate, fra estensioni estemporanee di vita. 
E’ la gente che piaceva a Totò, nato lì, nel vico a lui intitolato (via S. Maria Antesaecula), in una casa molto modesta, con un piccolo balconcino, caratterizzata dai gesti, dalle voci, dai colori, che passano dal sacro al profano e popolano il rione.
Questo era lo spettacolo della vita e Totò ne era lo specchio. E’ lì che iniziò la sua gavetta artistica, il suo primo repertorio umoristico, interprete di quel sapere umano che è la strada, dove la vita si affaccia da un balcone e sorride sotto i portoni, tra la gente operosa e la moina degli scugnizzi. Totò li conosceva bene quei vicoli e si divertiva a imitare quei personaggi, quelle anime stravaganti, con una serie di macchiette che faranno la sua fortuna.

Scopo della gita, organizzata da una nota associazione culturale romana, è proporre la scoperta di una "rinascita", in un'Italia spesso in prima pagina per episodi negativi, che invita a percorrere il "miglio sacro", dalla chiesa di San Gennaro extramoenia a piazza Cavour, con tappe lungo il percorso per visitare la basilica e le catacombe, la basilica di Santa Maria della Sanità, il Cimitero delle Fontanelle, il Palazzo Sanfelice, il Palazzo dello Spagnolo, Porta San Gennaro.
L'emarginazione sociale è tuttavia ancor oggi elevata, così come la disoccupazione, nonostante le potenzialità del rione e le numerose iniziative di recupero e di risveglio sociale, tese a spronare le coscienze dei giovani e a trasformare il ghetto in un polo di attrazione per tutta la città, grazie ai tanti tesori d'arte e di cultura che contiene. 
La camorra rappresenta però un'alternativa di vita per molti e continua ad attrarre parte dei ragazzi, che abbandonano la scuola dell'obbligo, in cerca di facili guadagni e affermazione sociale, tra racket, spaccio, scippi, rapine, borseggi e, ogni tanto, qualche sparatoria in strada o nei locali.
Ecco perché una magnifica giornata, carica di entusiasmo, ricca di interesse, curiosità ed emozioni per luoghi affascinanti e misteriosi, può trasformarsi in un incubo inatteso, in un momento drammatico e imprevisto di violenza, che lascia il segno ed il rimpianto.
Dopo le visite, le spiegazioni della guida, il pranzo alla Taverna di Totò, il caffè e il “fiocco di neve” alla famosa pasticceria Poppella, una delle nostre cinque amiche è stata avvicinata silenziosamente da un giovane con casco, afferrata per un braccio e derubata a strappo del suo orologio d’oro. In un attimo, senza rendersene quasi conto, come accade quasi sempre e da sempre, non solo in quel rione.
Un solo urlo, mezzo strozzato, che ha richiamato gli altri, sparpagliati in libera passeggiata per tornare al pullman. Qualcuno è sceso dai palazzi, l’ha soccorsa e curata dalle escoriazioni e dallo spavento. Poco dopo i carabinieri hanno redatto l’ennesimo, inutile verbale.
Per lo shock, nonostante il conforto delle amiche, la nostra Poppella - la chiameremo così per sdrammatizzare - è rimasta in silenzio per almeno un’ora.
Anche se scontato, non resta che ricordare che prudenza consiglia di non portare preziosi in bella vista, quando si gira in certi luoghi, votati e consacrati a tali attività di appropriazione indebita.

“Attenti agli scippatori”, poiché non li riuscirete a vedere”. Suona più o meno così il senso dell’avviso, in lingua inglese, che qualcuno aveva affisso in via Crocelle, a Porta San Gennaro, che dà l’accesso al Rione Sanità.
 22 ottobre 2018 (Alfredo Laurano)


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