venerdì 8 settembre 2017

PASTA, AMORE...E POMODORO

Pastasciuttofili di tutt’Italia unitevi.
Pasta, amore...e pomodoro: a Gragnano, capitale della pasta, questa fine settimana, la festa per celebrare il più italiano dei cibi.
Tre giorni di eventi, chef e ricette d'autore: la città dei pastifici va in piazza e si racconta nell’undicesima festa che per l’intero paese che diventa una pista da ballo e soprattutto un ristorante a cielo aperto, per celebrare un prodotto rinomato da oltre cinque secoli (è datata 1503 la prima licenza ufficiale concessa da Re Ferdinando II di Borbone a un "vermicellaro" gragnanese).

La pasta di semola di grano duro è molto più che un prodotto in un paese di 30mila abitanti che da soli rappresentiamo il 14% dell'export nazionale e permettono all'Italia di dettare stili di vita e regole alimentari, come la dieta mediterranea, seguiti ovunque.

Acqua e aria il segreto del successo della pasta di Gragnano.
In questo luogo, eletto per la lavorazione e l’essicazione della pasta, 
l'acqua proveniente dai Monti Lattari è risorsa preziosa, sia come ingrediente da aggiungere alla semola, sia come energia per far girare le macine dei mulini per la macinazione del grano.
Inoltre le brezze che puntuali soffiano dal mare fin dal primo pomeriggio consentono la perfetta essiccazione del prodotto.
Il vento è elemento così importante da aver influenzato la progettazione degli spazi urbani: nella metà del 1800, in occasione della realizzazione di un nuovo piano urbanistico, la larghezza delle strade e l’altezza dei palazzi furono pianificati in modo da facilitarne il fluire e agevolare le operazioni di essiccatura, che all'epoca erano all'aria aperta.
Ed elemento essenziale erano anche le trafile in bronzo che, oltre a stimolare la creazione di vari formati, conferiscono alla pasta una rugosità che favorisce la cattura dei sughi.

In questa zona, la pasta è stata ed è cibo, lavoro, prosperità e elemento di quotidianità per tutti ed è ovvio volerla mettere al centro di una festa collettiva.
Una festa che per questa edizione vuol ricreare l'atmosfera della seconda metà degli anni '50, quelli dell'inizio del benessere diffuso per gli italiani, quelli simboleggiati dal mitico film Pane, amore e.… con Sofia Loren che ballava il mambo di rosso vestita con Vittorio De Sica. Tra le luci e l’orchestra, le signore sono invitate a ballare e a indossare abiti rossi, come la Loren della celebre pellicola, tra gli stand di tutti gli 11 pastifici aderenti al consorzio.

I migliori cuochi del territorio si esibiranno nei piatti più tipici della cucina napoletana: oltre alla Pasta al pomodoro (aglio, olio, San Marzano e basilico) - cui è dedicata tutta la prima giornata dell'evento e la pasta "del giorno dopo" -  non mancheranno, il Ragù con le candele e la Genovese con gli ziti, per dodici ricette di straordinaria semplicità, ma mai banalità, come si conviene a Napoli e dintorni. (Alfredo Laurano)

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