lunedì 25 settembre 2017

GRAMMATICHERIE GOURMAND

La lingua cambia, si aggiorna, si amplia, si rinnova e, da diversi anni, anche il vocabolario della ristorazione e al cibo è in rapido mutamento: nascono e crescono sempre più i locali con il suffisso "eria", il cui nome è legato a un singolo prodotto, a una specialità che diventa protagonista. 
Nel contempo, alcuni classici, come drogheria, pizzicheria, frutteria, salumeria, salsamenteria spariscono di fatto dall’uso quotidiano.
Gli stessi termini “ristorante, trattoria, osteria” sono in rapido declino, mentre avanzano prepotentemente neologismi legati a locali monotematici e, spesso, alternativi, capitanati dalle hamburgherie, che sono state le prime in questa corsa alla modernità, con buona pace del mitico Artusi.
Viene da chiedersi se a questa trasformazione linguistica corrisponda anche una rivisitazione in positivo della nostra nobile arte culinaria. Personalmente, ne dubito, con molti “se” e molti “ma”.
Oggi, le insegne eno-gastronomiche che finiscono in “eria” sono, infatti, sempre più alla ribalta: spaghetteria, griglieria, polpetteria, piadineria, bruschetteria, tartineria, bracioleria, prosciutteria, insalateria, cornetteria, frullateria, tutte accanto alla antica, precorritrice pizzeria. Aspettiamoci le fettuccinerie, le aragosterie, le fungherie o le ostricherie. Prima o poi, arriveranno.
Dietro a queste nuove terminologie di linguaggio settoriale, si riflettono, tuttavia, le mode e i cambiamenti del gusto e dell’alimentazione - quasi sempre orientati e determinati dai persuasori occulti - e del modo di consumare cibo e bevande, molto significativo e individualizzato. Anche perché si mangia sempre più spesso fuori casa, cercando, soprattutto nella pausa meridiana, un pasto leggero, rapido e a basso costo, anche in piedi, al bancone del bar, del forno o della rosticceria, o su una mensola pietosa e comprensiva.

Ci si nutre e ci si ristora a tutte le ore, si può disporre di piatti caldi, di sfizi e spuntini in qualsiasi momento, in tempi brevi e con modalità semplici e non impegnative, come da sempre accade nei fast-food, nati per questo.
Il successo e il dilagare degli apericena, degli aperitivi, dei cocktail con buffet e stuzzichini che spesso sostituiscono la cena e che hanno cancellato la sana merenda di una volta, ne sono l’evidente conferma.
E’ il nuovo che avanza, lottando, spesso scorrettamente, contro le resistenze di un Paese vocato e baciato dalla bontà del cibo, delle risorse climatiche e ambientali, dei prodotti e dall’eccellenza enogastronomica, come il nostro. Un territorio sconfinato che cerca di difendere le sue gloriose tradizioni, soprattutto a livello locale e regionale, mantenendo vive migliaia di sagre, miti e feste popolari che esaltano e consacrano (da qui l’origine del nome) ricette tipiche, genuine e stagionali, quali espressione concreta di storia, civiltà, folclore e autentica sapienza contadina.

Sarà per questo che nonno Libero, alias Lino Banfi, ha appena aperto a Roma, in zona Prati-Cavour la sua Orecchietteria (undici tipi di orecchiette, tutte coniugate in rigoroso pugliese banfiano), l’unica in “eria” che mancava. Almeno, fino ad oggi.
(Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento