mercoledì 12 aprile 2017

LEMME LEMME FA LA GRANA

Da alcuni mesi, il Teatrino trash della domenica di Barbara D’Urso prevede anche una mezzora di grottesca farsa all’italiana - non molto diversa dal resto della patetica trasmissione - ispirata e confezionata su misura dal caso Lemme, l’ormai celebre farmacista abruzzese, inventore dell’omonima dieta alimentare.
Nel salottino delle speranze sommerse e della perduta dignità, si scambiano coloriti dialoghi a base di accuse, offese e insulti, espliciti e volgari, interrotti da martellanti spot pubblicitari e dagli schiamazzi vernacolari della degna sexy milf conduttrice, contrita e turbata quanto basta per la famelica platea. 
Da una parte, la banda degli oppositori e detrattori che rivolge ad Alberico Lemme gli epiteti di buffone, ciarlatano, truffatore, imbroglione, ignorante e mascalzone.
Dall’altra, i di lui sostenitori e “cadetti” (clienti che seguono le sue diete) che lo apprezzano e lo difendono a spada tratta. 
In quell’abbozzo di colosseo di aspiranti belve e ululanti gladiatori del dì di festa, lui, l’imperatore del regime alimentare, decanta la sua capacità di educare le persone alla nuova filosofia del mangiare, che ha ideato. Si definisce genio e salvatore dell’umanità grassa e in sovrappeso. 
Ma ha anche opinioni precise sui generi sessuali. Le donne, che chiama scimmie, ciccione e “teste di donna”, sono esseri inferiori, false e bugiarde nel Dna e più o meno pisellabili, mentre i gay sono così-così, né maschi né femmine. 
Conosciuto come dietologo dei vip (Briatore, Berlusconi e attrici varie), anche se non lo è, prescrive una scelta dietetica, basata sulla biochimica: un metodo innovativo che non considera il valore calorico del cibo, bensì quello biologico. 
Le regole fondamentali prevedono il consumo di pasta alle sette del mattino (cioè, a colazione) e carne o pesce, ricchi di proteine, a pranzo e cena. 
Sono banditi sale, dolci, frutta, verdure, aceto, pane, latte e derivati. Consentiti acqua, caffè e thè senza zucchero, olio d’oliva, peperoncino, pepe, prezzemolo, aglio, cipolla, limone, spezie varie e crusca per impanare. Sono permessi tutti i tipi di cottura, anche la frittura, e i cibi si possono consumare in quantità illimitate. 
Dato che glucidi e proteine non vanno assunti nello stesso pasto, il metodo Lemme può essere considerato a tutti gli effetti una dieta dissociata. 

A Desio, in provincia di Monza, svolge la sua attività didattica, tratta del cibo come farmaco, cita clisteri di coca-cola, contesta l’utilità della chemioterapia e afferma che la dieta mediterranea favorisce il tumore. 
Ma, in quell’accademia produce anche piatti confezionati e surgelati (che spedisce a pagamento) per chi non ha voglia di cucinare, ma vuole seguire le sue indicazioni. 
La sua ascesa mediatica, iniziata grazie a madonna D’Urso - usa a far spettacolo, indifferentemente, con tragedie, farse, disgrazie e miserie umane - l’ha reso celebre e ha gonfiato il suo ego e il suo portafoglio. 
La sua dieta innovativa, che suscita polemiche, è in grado di far dimagrire di molti chili e in poco tempo: è ritenuta dannosa per la salute dai dietologi, ma efficace da chi è pronto a mangiare fusilli alle cipolle, col caffè. 
Comparsate, spettacoli, interviste, gossip, finte rivelazioni della sua sodale che fa ascolti con le risse e con gli annunci da dramma popolare: ha imparato il mestiere del fenomeno televisivo, fa discutere, fa litigare, sa alimentare lo scontro dialettico, sa fare il provocatore, sa denigrare le ciccione oversize, senza prendere querele, ma solo un po’ di parolacce. 

“Perché io sono la verità, io salverò il mondo”, dice Super Lemme, che in televisione indossa spesso magliette da buffone mediatico, sotto le sue giacche tappezzate da divano. 

E intanto ride, deride e fa la grana. 
 (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento