martedì 8 settembre 2015

L'ALTRA EUROPA

Qualcosa sta cambiando in questa Europa dell’euro, delle banche e dell’economia.
Sta cambiando soprattutto nella testa dei cittadini e delle persone.
Sarà perché troppe tragedie si sono consumate, troppi barconi di migranti sono affondati, troppi sono morti e continuano a morire affogati o asfissiati in una stiva o in un camion frigorifero o sopraffatti dalla fatica nei lunghi viaggi della speranza. O uccisi dalla crudeltà di trafficanti senza scrupoli che gettano in mare uomini e donne di troppo e perfino lo zainetto dei farmaci salvavita di una bambina.
Sarà perché molti hanno cominciato a capire cosa vuol dire essere profughi, lasciare terra, casa e tutto per fuggire dalla guerra e affrontare l’incognita del futuro, altre violenze, altre umiliazioni e privazioni e la scommessa per la vita.
La fitta informazione, la comunicazione mediale, le strazianti immagini che rimbalzano sui siti, i racconti di ordinaria atrocità cominciano a lasciare un certo segno nella coscienza collettiva.

Stiamo passando dall’idea dell’invasione, della paura, del respingimento, a quella dell’accoglienza. La xenofobia vacilla e scava dubbi.
Finalmente, in Austria, in Germania e nei villaggi a confine con l’Ungheria, cominciamo a vedere volti che sorridono e che salutano, mani che si stringono, che applaudono e alzano cartelli di benvenuto a gente di cittadinanza, religione e abitudini diverse, anche sulle note dell'Inno alla Gioia che, al di là della fredda sigla della Ue, trova così una ragione per essere ascoltato.
Sono momenti che colpiscono, che commuovono, che nessuno di noi aveva mai visto e immaginato. La diffusa ostilità, l’indifferenza, la deriva umanitaria che hanno caratterizzato, in questi ultimi mesi ed anni, l’approccio con la crisi migratoria sembrano diventare la speranza di una nuova Europa, un’Europa che ci piace.
Eravamo fermi all’Ungheria che quei profughi li ha umiliati, beffati e deportati nelle stazioni e nei Centri di accoglienza e li ha costretti all'esodo a piedi, come gli ebrei di Mosè.
A Praga, che rifiutava ogni accoglienza, agli inglesi che offrivano una colletta in denaro e all’Europa, appesa ad una moneta (euro), a conferma del suo vuoto politico e sociale, con la recente eccezione pro-siriana di Angela Merkel.

A Budapest, nei lunghi giorni di blocco alla stazione deciso dalle autorità, comuni cittadini e volontari hanno aiutato i profughi accampati, fornendo generi di prima necessità e distraendo anche i bambini.
Su un treno carico di migranti, finalmente partito da quei binari e diretto al confine con l'Austria, un gruppo di siriani è stato fatto scendere da un controllore perché senza biglietto, ma subito fatto risalire dalla polizia.
Intanto diverse centinaia di profughi, stanchi aspettare le decisioni del governo magiaro, si erano messi in marcia per percorrere a piedi 240 chilometri, fino al confine austriaco. Poi, alcuni sono stati raggiunti da decine di pullman che li hanno trasportati.
Un convoglio di circa trecento auto di volontari austriaci è partito da Vienna diretto al confine con l'Ungheria per raggiungere i profughi, farli salire a bordo e condurli in Austria. Ai profughi sono stati consegnati anche beni di prima necessità: acqua e cibo, abbigliamento, peluche per i bambini e biglietti con riferimenti per l’assistenza legale.

Anche il Papa ha rivolto un appello alle parrocchie, alle comunità e ai santuari di Europa, perché ognuno accolga una famiglia di profughi, un gesto concreto per dare loro una speranza concreta: "incominciando dalla mia diocesi di Roma".
La Roma calcio ha annunciato il lancio di un'iniziativa rivolta alla comunità calcistica internazionale per una raccolta di fondi, con la speranza di vedere club e tifosi mettere da parte ogni rivalità sportiva e unire i propri sforzi per destinare fondi ad associazioni benefiche impegnate nella gestione crisi umanitaria.

Ma non tutti in Germania hanno dato il benvenuto alle migliaia di migranti in arrivo.
A Dortmund, estremisti di destra e neonazisti hanno protestato per l'invasione di rifugiati in città e contro la politica dell'accoglienza della cancelliera Merkel. Scontri, feriti e arresti anche in Italia dove si moltiplicano le manifestazioni di dissenso, come quella dei manichini senza testa nel bresciano.
Ma tutto questo conta poco e non è certo una notizia o un fatto sorprendente.
E’ la solidarietà, che si affaccia timidamente nel triste panorama della crisi umanitaria, la vera novità di questi giorni, unita alla speranza di un mondo meno infame.
(Alfredo Laurano)

P.S. Secondo i dati forniti dai governi di Egitto, Giordania e Libano e del UNHCR, il numero dei profughi siriani è di oltre tre milioni. Di questi, oltre 1 milione e 200 mila sono bambini (quattro anni di guerra, 216.000 morti). 
Questi dati tengono conto solo delle persone effettivamente registrate. Si stima, infatti, che ci siano almeno 500 mila persone ancora non registrate
Attraverso la rotta balcanica, da gennaio, in Ungheria sono arrivati oltre 165mila profughi.
Sono 2.800 i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nel 2015, secondo gli ultimi dati aggiornati dell'Unhcr, che precisa che gli arrivi in Europa dal mare sono stati 366.402.
Il 51% dei profughi giunti sono siriani, seguiti dagli afghani, che rappresentano il 14%. In Grecia ne sono arrivati 244.855, in Italia 119.000. 

http://video.repubblica.it/dossier/immigrati-2015/guerre-violenze-stupri-da-cosa-scappano-i-migranti-videoscheda/211065/210214?ref=HREC1-4 

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