domenica 12 ottobre 2014

RADIO ODIO

A volte lo ascoltavo alla radio, in macchina, per curiosità.
Con sorpresa, con un certo disgusto e, soprattutto, per capire cosa intendesse dire veramente e fin dove volesse arrivare.
Poi, sopraffatto dallo schifo, lo cancellai per sempre e l’abbandonai al suo tragico destino.

Sono anni che tale Luca Casciani sproloquia ogni giorno sulle onde locali della romana “Radio Ti Ricordi”. O, sarebbe meglio definirla, "Radio Tu Mi Odi".
In una trasmissione chiamata, appunto, “Giorno per Giorno”, recita, con smisurato orgoglio e spregiudicatezza, il suo rosario quotidiano: lunghi monologhi xenofobi e noiosissime cantilene razziste. Insulta, pontifica e semina odio con toni e tempi da mantra tibetano.
Lunedì scorso alcuni spezzoni delle sue mirabili trasmissioni sono andati in onda su La7, a Piazza Pulita e molti hanno potuto, così, scoprirlo in tutto, o quasi, il suo splendore comunicativo. E ne sono grati al bravo Formigli.

Ecco un breve estratto delle vergognose giaculatorie di questo farneticante predicatore:
… “Servirebbe un matto, uno che in macchina ha una mitragliatrice e ne fa secchi 34, se ne sono salvati 6, ecco il problema è quello, che se ne sono salvati 6;
Tu mantieni i selvaggi che distruggono la tua città e la tua civiltà e se provi a ribellarti ti chiamano razzista, se provi ad organizzare delle ronde ti chiamano fascista;
Ecco, bisogna attendere quello che è successo a Corcolle, bisogna attendere che qualcuno muoia;
Che differenza c'è tra le scimmie, i Tarzan, che attaccavano i villaggi di coloni e queste scimmie che attaccano un autobus dell'Atac?
Se ti permetti di distruggere un mezzo che fa parte della collettività, la stessa collettività che ti mantiene, brutta sanguisuga schifosa, e qualcuno ti ammazza, io dico che ha fatto bene;
Tu ti permetti di aggredire una persona che sta svolgendo il proprio lavoro. Sono questi i comportamenti che ci portano a pensare che: quanti ne sono morti, 200 nel Canale di Sicilia? Ah beh, insomma speravo di più.” …

E’ un intero repertorio di luoghi comuni, pregiudizi ed ignoranza per discriminare, perseguitare e condannare, a prescindere. Un pericoloso inno alla violenza e alla pratica della giustizia “fai da te”.

Questa serie di formulette ignobilmente magiche si propongono di alterare e indirizzare la coscienza popolare, per trasformarla in furia selvaggia, in un momento in cui le tensioni sociali e la caccia al nero e al clandestino sono già alle stelle, nelle periferie capitoline e di mezza Italia.
Aggressioni, pestaggi e provocazioni si ripetono all’infinito, intere borgate diventano polveriere: la presenza di tanti migranti, indicati come colpevoli di tutto, aggrava ancor di più la situazione.
E lui, lo sprezzante preacher del Portuense, in delirio da giustiziere della notte che straparla di giorno, getta benzina su quel fuoco.

Servirsi di una radio per sputare sentenze, augurare la morte, compiacersi delle disgrazie e delle stragi di tanti disperati, come fa il ciarliero ciarlatano, è una grave forma di prevaricazione e di uso illegittimo di un mezzo che arriva dappertutto. E che produce ostilità e rabbia sociale, incita all'odio razziale, al rifiuto del diverso e diffonde idee apertamente xenofobe.
E si fa corresponsabile di ogni abuso e prepotenza.
10 ottobre 2014                            (Alfredo Laurano)

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