venerdì 24 ottobre 2014

CHE BOTTA!

Umiliati e offesi, anche da se stessi. E nell'orgoglio.
In uno stadio pieno come un uovo, si è consumata, in breve, un'illusione.
Come avevo scritto in occasione di Brasile-Germania dell'ultimo Mondiale, tre, quattro, cinque gol in pochissimi minuti, alla fine saranno sette.
Una specie di tiro a segno o ai palloncini delle giostre. Senza difesa, senza contrasto, le armate germaniche penetravano leggere nel burro romanista di Garcia.

Un incubo cominciato presto, quasi subito, ma che non finiva mai,
Un intero popolo di tifosi, prima incredulo, poi attonito, poi ancora stordito e violentato, fra umiliazione, rabbia e incomprensione.

Ma, forse era una candid camera, uno "scherzo a parte", giocato ai poveri tifosi giallorossi da un cinico Garcia, che ha confessato di essere l'unico colpevole.
Io, aggiungerei, anche da un certo sconcertante, inguardabile Cole, numero tre, che spazzava il campo e lucidava l'erba per l'amico Robben.

Una squadra letteralmente spiazzata, ipnotizzata di fronte a tanta classe e potenza che ha chiuso presto la partita. 
I germanici del Bayern, spietati e impietosi, sono di un altro pianeta. Sono gli ufo del pianeta Eupalla. E il Brasile lo sa bene.
Più che una vittoria, quella tedesca è stata una mattanza. Una carneficina, quasi senza titolo e senza parole, che ha distrutto un sogno e un'ambizione.
Un'incredibile mazzata che nessuno si aspettava.  (A. La.)               
22 ottobre 2014


Nessun commento:

Posta un commento