venerdì 17 ottobre 2014

L'OSTERIA SOTTO CASA


La serata all'Osteria della Ricciotta, promossa da Slow Food, si è svolta ieri con successo.
Come già detto nell’invito, l’osteria evoca da sempre l’idea di un luogo in cui si sta bene, ci si sente a proprio agio: quel senso di ospitalità che l’etimologia del nome stesso richiama.
E proprio la qualità dell’accoglienza identifica la vera osteria, in cui il cibo è sostanza e si basa sulla scelta dei prodotti utilizzati, sulla ricerca dei sapori, sulla valorizzazione delle ricette e della tradizione.


 Nell’accogliente clima conviviale, si sono assaporati alcuni piatti della cucina tradizionale romana: una cucina semplice, basata su ingredienti popolari, sapida, corposa e autentica: “Pesce finto” e alice imbottita, Mezze maniche all’amatriciana, Picchiapò con cicoria ripassata, Crostata con ricotta e visciole. In abbinamento: Effatà e Tallitakum.
Tra una portata e l’altra, i rappresentanti di Slow Food, Nicoletta Laurano e Roberto Muzi, hanno intrattenuto gli ospiti illustrando le attività, le finalità e la filosofia dell’associazione.
 Ecco alcune note.

Fondata da Carlo Petrini nel 1986, Slow Food è un’associazione internazionale senza fini di lucro. 
Nata a Bra, oggi conta 100.000 iscritti, con sedi in Italia e nel mondo.
Si propone di diffondere la cultura alimentare, di sviluppare l’educazione sensoriale e del gusto, di tutelare le biodiversità e le produzioni di piccola scala, di promuovere la qualità del cibo buono per il palato, buono per l’ambiente e buono per chi lo produce. In altre parole, “Buono, Pulito e Giusto”.

Il cibo racconta un volto, una cultura, un territorio. Ha una storia e un’identità.
I disastri ecologici sono all’ordine del giorno e spesso rivelano un atteggiamento irresponsabile e criminale nei confronti dell’ambiente.
Per frenare il saccheggio della natura, Slow Food tutela la biodiversità, che non è un concetto astratto, ma la vita stessa dei popoli, della natura, del nostro pianeta. 
E’ fatta di piante, uomini e animali. 
Di lingue, di culture e di cibo. 
 I suoi migliori custodi - contadini, pastori, pescatori - rischiano di essere cancellati dalle regole del mercato globale, dall’industria e dall’agricoltura di massa.

Per questo è necessario rafforzare la comunità dei piccoli produttori, custodire i cibi della tradizione e valorizzare i territori, creando nuovi modelli economici.

Slow Food significa anche dare la giusta importanza al piacere legato al cibo, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio.

Slow Food afferma la necessità dell'educazione del gusto come migliore difesa contro la cattiva qualità e le frodi e contro l'omologazione dei nostri pasti; opera per la salvaguardia delle cucine locali, delle produzioni tradizionali, delle specie vegetali e animali a rischio di estinzione; sostiene un nuovo modello di agricoltura, meno intensivo e più pulito.
Slow Food, difende i diritti dei popoli alla sovranità alimentare.
16 ottobre 2014  (A. La.)



 

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