mercoledì 8 ottobre 2014

C'E' UN PASTO PER TE

Per sbaglio o per eccezione, a volte, arriva una buona notizia.
E’ stato inaugurato a Milano il Ruben, ristorante solidale creato dalla Fondazione di Ernesto Pellegrini - ex presidente dell'Inter e leader nel settore della ristorazione collettiva - per indigenti e disagiati: disoccupati, pensionati, persone in difficoltà, genitori separati che non riescono a pagare gli alimenti, nuovi poveri che non arrivano a fine mese o che hanno perso il lavoro. Sarà aperto la sera, da lunedì a sabato, con due turni che permetteranno a circa 500 persone di consumare un pasto completo al costo di 1 euro.

Un raro modello di solidarietà che aiuterà a sfamare i più bisognosi e che arricchisce il panorama di iniziative messe in campo dalle tante associazioni Onlus e da migliaia di volontari nel Paese. 

Un luogo aperto e accogliente dove mangiare a prezzo simbolico e trovare anche ascolto, comprensione e una dimensione conviviale, fatta di normalità e libertà.
Questo spazio che nasce dall’amore per il prossimo.

In un’intervista, l’imprenditore lombardo ha dichiarato: “La Fondazione è un modo per ringraziare il buon Dio del tanto che ho avuto dalla vita. 
E ho voluto farlo partendo da quello che so fare meglio: ristorare le persone. Ruben non sono riuscito ad aiutarlo. 
Oggi però vorrei aiutare i tanti Ruben che vivono il loro momento di difficoltà e di disagio. Io ho sempre conservato nel mio cuore il ricordo di quell’uomo buono e lavoratore”.

Ruben era un contadino che viveva nella stessa cascina, alla periferia di Milano, dove abitava il giovane Pellegrini con i suoi genitori.
La cascina fu demolita negli anni del boom economico per far posto a nuovi palazzi e agli abitanti furono date due stanze in varie zone di Milano. Tranne che a Ruben che morì di stenti in una baracca (il suo giaciglio prese fuoco) alla periferia, 50 anni fa.
Ernesto Pellegrini non dimenticò mai quell’episodio e oggi ne ha fatto un simbolo di speranza e di umanità.

Un’iniziativa che vuole essere un omaggio a quella persona, ma anche un gesto concreto “affinché nessuno possa sentirsi abbandonato in una città che è e sarà sempre attenta ai bisogni di chi è in difficoltà. 
Si chiama “Ruben” – ha spiegato – perché ho voluto dedicarlo al quel contadino conosciuto quand’ero giovane, morto da barbone senza esserlo. Oggi lo voglio ricordare così”.

Uno splendido esempio di altruismo che squarcia il clima di palpabile indifferenza che avvolge la nostra bella società.
Vogliamo crederlo, o sperarlo, sulla parola di un uomo generoso.

7 ottobre 2014                                                        
                                                                    AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         


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