lunedì 30 settembre 2019

I CRIMINI DI MARZABOTTO /1869


Ieri è stato l’anniversario dell’orrore, uno dei tanti.
Dopo il massacro di civili compiuto un mese prima a Sant'Anna di Stazzema, la mattina del 29 settembre 1944 ebbe inizio quella che verrà ricordata come la "strage di Marzabotto", anche se in realtà i comuni interessati furono molti.
Le SS accerchiano numerosi paesi e in località Caviglia, irrompono in una chiesa durante la recita del rosario e sterminano tutti i presenti (195 persone, tra cui 50 bambini) a colpi di mitraglia e bombe a mano.
A Castellano uccidono una donna e i suoi sette figli, a Tagliadazza vengono fucilati undici donne e otto bambini, a Caprara le persone uccise sono 108.
Le truppe naziste si avvicinano ai centri abitati più grandi, Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno e sulla strada ogni casolare, ogni frazione, ogni località vengono rastrellate, nessuno viene risparmiato.

Lo sterminio continua senza sosta: sono distrutte ottocento abitazioni, una cartiera, un risificio, strade, ponti, scuole, cimiteri, chiese, oratori, e tutti coloro che sono sequestrati vengono messi in gruppo, spesso legati, e bersagliati da raffiche di mitra, che vengono sparate in basso per avere la certezza di colpire anche i bambini.
L'azione procede per sei giorni, fino al 5 ottobre.
I partigiani della Stella Rossa tentano invano di contrastare la ferocia nazista, ma perdono il proprio comandante durante uno dei primi combattimenti, e comunque non dispongono delle armi e dei mezzi necessari per far fronte alle attrezzatissime truppe dei nazisti.
Al termine dell’eccidio si contano, in tutta la zona del Monte Sole, circa 1830 morti, mentre pochissimi sono i sopravvissuti, che sono riusciti a nascondersi, o che sono rimasti per giorni sepolti sotto i corpi dei propri vicini, dei propri familiari.
Oggi, settantacinque anni dopo, non possiamo che inginocchiarci davanti alla Storia e davanti a quei morti.
Su quei monti e in quel sacrario, ci sono stato anch’io, qualche anno fa, con una mia cara amica prof, con i suoi studenti e altri docenti, in una significativa gita scolastica di liceo, che fa pensare, capire e riflettere più di mille parole.
Dovrebbero farlo tutte le scuole e tutti gli insegnanti.
Una giornata della memoria, emozionante e preziosa, nel ricordo commosso dei valori, che quei luoghi ancora custodiscono e trasmettono, e delle tante vittime dell’orrore, morte perché noi fossimo liberi.
Per tenerla viva quella memoria, per tramandarla ai giovani, per non dimenticare.
30 settembre 2019 (Alfredo Laurano)



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