giovedì 17 gennaio 2019

UNO SPOT TI SALVA LA POLTRONA


La mia amica Anna G, ma non solo, mi rimprovera di non aver adeguatamente apprezzato l'ormai famoso video di Ciampino, sull'arrivo di Cesare Battisti. Eppure avevo cercato di esporre alcune mie valutazioni, forse poco chiare o poco convincenti.
Provo a spiegarle meglio, anche per tutti gli altri che la pensano allo stesso modo.

In realtà, cara Anna, sono io che mi stupisco del tuo stupore.
Come vuoi definire e, soprattutto, che senso ha la farsa di cui parliamo, ossia il video trionfale, musicato e celebrativo che ha trasformato l’aeroporto di Ciampino in Hollywood, che fa discutere mezza Italia e che ha già provocato imbarazzo nel governo e una denuncia degli avvocati penalisti della Camera Penale di Roma?
Una goffaggine allarmante da parvenu, tipica dei Romani che portavano in corteo i generali nemici catturati, come dice lo storico Luciano Canfora, o qualcosa di più preoccupante, di una ingenuità pericolosa e di sostanziale cattivo gusto?
Un video che rivela tutta l’esagerazione di un apparato in pompa magna, esibito senza pudore, con una pletora di ministri, cronisti, inviati e battaglioni di forze dell’ordine, solo per ricevere, non un capo di stato, un benefattore dell’umanità, un eroe popolare e mitico, ma un mediocre e vecchio terrorista latitante da una vita, ormai non più in grado di nuocere a nessuno, che deve solo scontare la sua giusta pena. Un comitato di accoglienza solo per celebrare se stessi: mancava solo la banda dei carabinieri e l’inno di Mameli.

Ormai tutto diventa uno show: disgrazie, incidenti, attentati, stragi, omicidi, calamità naturali. Tutto si spettacolarizza secondo i principi della nuova Comunicazione dominante.
Sta a noi valutare il confezionamento dei fatti proposti e delle notizie raccontate e distinguere, secondo criteri oggettivi e razionali, ciò che ci viene disinvoltamente imposto e propinato.
Occorre rifiutare questa logica riduttiva e ogni forma di cultura omogeneizzante e conformista, soprattutto quando e dove si evince facilmente la speculazione elettorale.
Non tutto può essere sempre e solo uno spot.
17 gennaio 2018 (Alfredo Laurano)

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