lunedì 7 gennaio 2019

RIDATECI L’UNITA’


Stavolta, forse, ci siamo: lo storico mercato dell’Unità in via Cola di Rienzo a Roma sarà restaurato, secondo un progetto che darà a quel grande spazio un nuovo aspetto.
È stato pubblicato il bando per la restyling della struttura, che prevede lavori per un importo di circa 360 mila euro: dal rifacimento dei servizi igienici all’adeguamento alle normative antincendio, dall’abbattimento delle barriere architettoniche al consolidamento strutturale.
Sono numerosi gli interventi previsti nel disciplinare di gara, e da tempo attesi dagli operatori, che potrebbero essere il punto di partenza per far rinascere il mercato più importante di Prati, anche sotto un profilo sociale.

Nelle intenzioni dell’assessore al commercio del I° Municipio, dovrebbe diventare un luogo dove non si va solo a fare la spesa, ma dove si potranno realizzare anche iniziative culturali per turisti, scuole o residenti. Se ne parla da molto tempo.
Nello stesso settore del commercio, altre sfide riguarderanno la realizzazione di un piano per le bancarelle di via Cola di Rienzo, via Giulio Cesare e via Ottaviano; il controllo degli orari di apertura dei negozi di souvenir e di tipo alimentare; le azioni di contrasto all’abusivismo edilizio e commerciale, soprattutto in zona Borgo.

Costruito sull'arteria commerciale di via Cola di Rienzo, il mercato coperto di Piazza dell'Unità nel quartiere Prati è stato realizzato nel 1928 in stile neoclassico con un portale monumentale che si affaccia sulla via e torrette agli angoli dell'edificio.
Fino alla seconda guerra mondiale, si sviluppava su due piani: nell'interrato - dove ora c’è il garage - trovavano posto i banchi del pesce e le pizzicherie, mentre a piano terra si vendeva frutta e verdura.
Ma la vera chicca del mercato dell'Unità, negli anni Trenta, era la pista di pattinaggio realizzata sul tetto, prima in tutta Europa, svago e attrattiva fino allo scoppiare della guerra.
Prima di quegli anni, tutto si svolgeva per strada: ogni mattina arrivavano i vignaroli con il proprio carretto, pagavano la loro quota giornaliera e la guardia forniva loro un biglietto, di un colore diverso ogni giorno. Poi, con la costruzione della struttura coperta, i bancaroli divennero stanziali'.
Negli anni Sessanta vantava più di 130 esercizi, ridotti oggi a non più di trenta: per cinque anni tornò poi in strada, tra il '72 e il '77, quando l'edificio fu ristrutturato.
“C'erano quattro grandi fontane all'interno – racconta Vittorio – quattro teste di lupa che buttavano acqua, ma con il restauro vennero smantellate''.

Quell’antico mercato, in parte ancora meta di turisti e pellegrini, oltre che di residenti, deve essere rilanciato, deve essere ripensato nelle sue articolazioni, anche per offrire una valida alternativa alla forte concorrenza della grande distribuzione.
Nonostante il ricambio generazionale non lo favorisca, oggi sopravvive grazie alla clientela storica e a una serie di trattorie e ristoranti che, ancora lì, acquistano i prodotti per fiducia ed amicizia.
Come fanno le famiglie di quartiere, affezionate a quei banchi e a chi sta dietro, che ti offre un dolce mandarino.
 (Alfredo Laurano)

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