venerdì 7 agosto 2015

MUORE UN ALTRO FANTASMA

E sono tre. 
Cadono come foglie, sotto un sole terrificante, per meno di 5 euro all’ora.
Del terzo bracciante morto nelle campagne pugliesi non è stato reso pubblico nemmeno il nome. Di lui si sa che aveva 52 anni ed era nato in Tunisia. Lascia quattro figlie e una moglie italiana: una famiglia ben integrata, felice, nonostante le fatiche e le ristrettezze economiche.
Dopo i due precedenti morti al lavoro nei campi, nel forno dei 40 gradi all'ombra di questa estate, ancora una volta in Puglia, a Polignano, un terzo bracciante è stato stroncato dalla fatica, mentre lavorava in condizioni proibitive.
Si è accasciato intorno alle 13, dopo una giornata di lavoro iniziata alle 5 di mattina, caricando per otto ore consecutive cassette di uva. Un'altra bracciante, che lo aveva visto allontanarsi dal campo, seguendolo con lo sguardo, lo ha visto cadere e ha lanciato l'allarme chiamando direttamente i carabinieri che, arrivati insieme a un'ambulanza, hanno potuto soltanto constatarne la morte.

Pochi giorni fa, a Nardò e ad Andria, avevano perso la vita Mohamed, un migrante sudanese e Paola, una madre pugliese di tre figli - che si alzava alle 2 di notte a San Giorgio Jonico, arrivava sui campi di Andria alle 5 e rientrava nel primo pomeriggio a casa, dopo circa cinque ore di viaggio fra andata e ritorno - anch’essi morti di caldo e di fatica, senza adeguate pause di riposo o acqua a sufficienza.
Istituzioni e sindacati che dovrebbero vigilare sul lavoro stagionale in agricoltura, in una regione purtroppo famosa per il caporalato e per la mancanza di controlli, si affrettano a mostrare cordoglio e a fare promesse che dureranno lo spazio di una dichiarazione.
7 agosto 2015   (Alfredo Laurano)



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