martedì 11 agosto 2015

LE LACRIME DI SAN LORENZO

Chi non si è commosso, ai tempi della scuola, studiando il X Agosto di Pascoli e la magica notte di S. Lorenzo e delle stelle cadenti, frammenti meteorici che si distaccano da un nucleo cometario originario e vanno  a formare uno “sciame meteorico”. 
Dieci Agosto è la lirica che rievoca un evento doloroso e drammatico della vita di Pascoli: la morte violenta del padre. Il giorno di San Lorenzo, ovvero il 10 agosto 1867, Ruggero Pascoli venne assassinato a colpi di fucile, per mano di ignoti, mentre tornava a casa sul suo calesse. 
Il poeta racconta la sua tristezza e il suo dolore, accostando l’immagine di una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini a quella del padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie, per sottolineare l’ingiustizia e il male che prevalgono sulla terra. 
La leggenda popolare identifica le stelle cadenti, che proprio nella notte del 10 agosto hanno la loro massima manifestazione nel corso dell’anno, con le lacrime di San Lorenzo. Pascoli varia questa simbologia e interpreta il fenomeno astrale come il pianto che le stelle versano sulla malvagità degli uomini e sull’ingiustizia del mondo.  
10-8-2015     (Alfredo Laurano)

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!   
(Giovanni Pascoli)

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