giovedì 22 maggio 2014

IL PROCESSO DEL LUNEDI'


IL PROCESSO DEL LUNEDI':  titola così, con la consueta efficacia “Il Manifesto” di oggi.
“Subito dopo le elezioni faremo processi popolari sulla piazza mediatica a giornalisti, imprenditori e politici. Saranno giudicati in Rete, con liste, prove e testimoni, da ogni cittadino che formulerà l’accusa.”
L’ultima sparata di Grillo, a pochi giorni dal voto europeo, svilisce e annacqua tutte le istanze di onestà, di cambiamento e di pulizia morale, che predica da sempre, ed evoca un’immaginario spietato e forcaiolo che riporta a un tempo assai infelice.
Può sembrare lo spot di un gioco di ruolo in uno spazio della fantasia, una goliardica disfida, una delle tante provocazioni di semantica lessicale o un manifesto venuto male di comunicazione pubblicitarià?
No, perché la parole hanno sempre un senso e un significato, soprattutto quelle pubbliche che viaggiano nei media. E queste sono gravi: hanno il sapore di uno scontro, da guerra civile e rimandano a un clima di violenza ed estremismo.

Somigliano più a quelle di un avviso da tribunale speciale del ventennio o a quelle deliranti di un volantino delle Brigate Rosse, ad una sola stella.
Le altre quattro, stavolta, le ha perse sulla strada dell’enfasi e dell’esagerato fanatismo.  
Capisco la rabbia accumulata ed il rancore, la voglia di giustizia, il bisogno di opporsi e di reagire, ma è utile vestirsi o darsi l’aria da comico squadrista per diffondere note stonate di finto terrorismo?

22 maggio 2014                                                          (Alfredo Laurano)

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