martedì 6 agosto 2013

OLOCAUSTO NUCLEARE



Il suono leggero di una campana ricorda al mondo una delle più grandi tragedie dell'umanità.
Il 6 Agosto del 1945, alle 8,15, gli Stati Uniti di Truman sganciarono la prima bomba atomica della storia sulla città giapponese di Hiroshima, uccidendo centomila persone sul colpo. Altrettante morirono nei mesi e negli anni successivi per le radiazioni. La città venne rasa al suolo.
Uno scenario di morte totale che si ripetè tre giorni dopo a Nagasaki.

La catastrofe è ricordata ogni anno in una commemorazione che si ripete, paziente e con gli stessi riti , nella consapevolezza che solo la memoria può dare un senso al disastro di Hiroshima, trasformata in monumento vivente alla pace universale.
“…Un lampo accecante abbagliò trecentomila persone e cancellò della città ogni ombra.
Alla luce seguì l'esplosione: solo a 50 Km di distanza da Hiroshima fu possibile udirne il boato, per quelli più vicini si trasformò in silenzio. Il calore , dai 300 ai  900mila gradi, liquefece i tetti delle case, annientò le persone fissando le loro ombre sull'asfalto.
A molta distanza da Hiroshima la gente sentì quel calore sul viso e ne ebbe la pelle ustionata.
La raffica dell'esplosione si sprigionò dalla palla di fuoco alla velocità di 1300 Km/h e, in un raggio di molti chilometri, le case ancora in piedi vennero sradicate dalle fondamenta”.

Anche Roma ha ricordato il 68°anniversario della tragedia, al Pantheon, dove il sindaco Marino ha
sottolineato che:  “È una ferita ancora aperta in tutti coloro che credono nei valori del dialogo e del confronto per risolvere le controversie internazionali”.  

Dopo la vittoria nel referendum del 2011, portare avanti e fino in fondo la lotta contro il nucleare civile e militare è un obbligo cui non dobbiamo sottrarci.

6 agosto 2013                                                       (Alfredo Laurano)

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