giovedì 22 agosto 2013

EL NUEVO CHE!



Arrancano, barcollano, annaspano, si dimenano convulsamente, si contraddicono….
Non sanno proprio come salvare il soldato Silvio.
Tra un paio di settimane la Giunta delle Immunità dovrà concludere l’iter per la verifica dell’incompatibilità del condannato con la carica di senatore e portare in Parlamento la votazione per estrometterlo dal Senato.
Tutti quelli del PDL criticano la fretta con cui si è calendarizzato il provvedimento. 
Ma non lo sanno che appena la Corte d’Appello di Milano avrà quantificato il ricalcolo dell’interdizione dai pubblici uffici – che sarà inevitabilmente da uno a tre anni, anziché i cinque già previsti nella precedente condanna – Silvio sarà comunque decaduto da ogni carica pubblica? Forse si spera in un rinvio nella pronuncia – prevista in ottobre - o in un ulteriore abbuono? O in un miracolo di San  Giorgio (Napolitano)?

Paradossale appare, infatti, l’atteggiamento della Ravetto e dei suoi degni compari, che dopo aver votato la legge Severino – che stabilisce che chi riceve una condanna superiore a due anni di reclusione debba lasciare il Parlamento e non possa ricandidarsi – la scoprono, inopinatamente, incredibilmente…. incostituzionale!
Nemmeno i bambini più paraculi e prepotenti o gli imbroglioni di mestiere sconfessano così spudoratamente le regole che si sono appena date, quando colpiscono uno di loro!
La faccia va salvata da un minimo di coerenza. Ma questi....la faccia la lavano nel bidet.

Comunque, in questa ridicola farsa all’italiana, ogni fine politologo, ogni saccente da talk show di periferia, ogni esperto stratega ammantato di saggezza cerca, inventa, propone, consiglia una soluzione originale, dal finale sorprendente.

Sallusti attacca ogni giorno il giudice Esposito (agg..io passato ‘o guaio!) - che ieri ha annunciato ancora una volta querele per i titoli del Giornale - nella speranza di inquinare la sentenza della Cassazione, come se fosse una delibera, priva dei millesimi di maggioranza, di un rissoso condominio.
I suoi lucidi lettori sono avvelenati e caricati a pallettoni dalle sue parole e ingiurie, proprio come quelli del bellicoso condominio.

Pochi giorni dopo l’affondo di Gianpaolo Pansa su Libero “Berlusconi non ha futuro”, si aggiunge l’opinione di un altro fedelissimo del Cavaliere, l’editorialista Vittorio Feltri, che in un’intervista al Fatto Quotidiano dice: “Silvio è finito, questa è la verità. Non esistono vie d’uscita. La grazia non sta in piedi, l’amnistia è esclusa. Il Parlamento, poi, non si lascerà sfuggire l’occasione per togliersi dai piedi il nemico di sempre. Capisco la tigna, sul piano emotivo, umano, psicologico: ma non lo porterà da nessuna parte. Questa volta credo sia davvero finita. Lui resterà convinto fino alla fine di poter trovare una scappatoia, ma io non la vedo”. Sembra un giudizio netto e senza appello, che non può essere frainteso.

Il Guru Ferrara, invece, vede due strade: rompere alla ricerca della rivincita elettorale, oppure esercitare dai domiciliari, pur “umiliato” come un comune delinquente, il suo indispensabile ruolo di leader effettivo della maggioranza di governo.
Un’impostazione che sarebbe ottimale anche per l’ex ministro Urbani che spiega che andare ai domiciliari “sarebbe la cosa più saggia e da lì diventare l’alfiere del governo che finalmente cambierà il Paese, continuando a sostenere Letta e le larghe intese.”

Alfano, Gasparri, Cicchitto e Santanchè si stuzzicano, si pungono, si guardano in cagnesco, in attesa di un futuro incerto, della taumaturgica riesumazione di Forza Italia e della assai improbabile resurrezione del loro dio.
In questo calaginoso appannamento della ragione e del senso del ridicolo, il più imbarazzante è stato il simpatico “comico apprendista” Luigi Amicone - che ieri sera, durante la trasmissione di Telese su La7, dopo aver confessato che da bambino è stato comunista (!!!),  ha paragonato Berlusconi al Che Guevara della libertà e la magistratura e il governo Letta al governo militare boliviano che lo volle morto.

No, non era a Zelig o a Colorado o a Crozza nel Paese delle Meraviglie.
Era al meeting di Rimini di Comunione e “Disperazione”, come dice il suo collega comico Beppe Grillo….appunto, nel paese delle meraviglie.
Il nostro, non quello di Crozza!

22 agosto 2013                                                                         Alfredolaurano 

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