mercoledì 8 maggio 2019

LE PAROLE DELL’ ODIO


Secondo tale Francesco Polacchi - editore della casa Alta Forte, vicina a Casa Pound - che si dichiara pubblicamente fascista e che da domani dovrebbe partecipare al Salone del Libro di Torino, “l’antifascismo è il vero male di questo Paese”.
Ovviamente, mentre infuria la polemica su queste sue “ardite” esternazioni e sulla sua attività professionale nell’editoria (ha pubblicato, tra l’altro, il libro-intervista di Salvini), estranea allo spirito del Salone, si intravede una possibile violazione delle leggi dello Stato.
Intanto, è bene ricordare a questo signore che la sua affermazione è possibile proprio grazie alla libertà d’espressione, garantita dall’antifascismo. A parti invertite, non l’avrebbe mai potuta fare e tutti saremmo dovuti stare zitti.
Poi, che quella manifestazione culturale è un luogo di scambio, di confronto, di condivisione, che coinvolge migliaia di persone di tutte le età, ceti, idee e nazionalità che si danno appuntamento in un luogo simbolo della democrazia e della civile convivenza.
Gente libera e democratica che non intende raccogliere le provocazioni di chi cerca solo visibilità mediatica, ma discutere di libertà, di Europa, di convivenza, di immigrazione, di letteratura, del restare umani in un mondo difficile, soprattutto nel centenario della nascita di Primo Levi.
In ogni caso, bisognerebbe spiegare al nostalgico editore in camicia nera - che il vero male di questo nostro Paese non è l’antifascismo - che, anzi, è l’incrollabile baluardo democratico su cui si fonda la Costituzione - ma il maligno virus della corruzione, che, né prima, né dopo Tangentopoli, è stato mai sconfitto, ridotto o debellato, insieme all’altrettanto virulento germe della violenza, del razzismo, della discriminazione, proprio di stampo fascista.

Associazione mafiosa e per delinquere, tangenti, abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, appalti pubblici truccati e spartiti, una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione. Una raffica di provvedimenti giudiziari in un’Italia saldamente unita dalla disonestà e dal marciume morale.
Non passa giorno che si scoprono, si indagano e si arrestano politici, amministratori, imprenditori e funzionari pubblici, dalla Lombardia al Piemonte, dalla Calabria alla Sicilia e in tutt’Italia: 43 misure di custodia cautelare proprio ieri a Milano. Una retata dei politici, in prevalenza di Forza Italia, al centro un sistema para-feudale di nomine e mazzette.

In parallelo, l’altro corno dell’immutabile, vergognoso dilemma, assai caro e complementare all’idee dell’area neo-fascista e del suo degno rappresentante estimatore: la violenza endemica e genetica.
Dal pane calpestato di Torre Maura, al "troia, ti stupro" di Casal Bruciato a Roma: parole agghiaccianti, gridate ieri contro una donna di quarant'anni che portava in braccio la sua bambina e aveva solo la colpa di voler entrare col marito nell'alloggio popolare, a loro regolarmente assegnato, e di essere rom. “Vogliamo vedervi impiccati, bruciati…vi tiriamo una bomba”, hanno gridato altri.
Questo è quel vistoso pezzo di Italia precipitato nella barbarie, che si nutre di corruzione, intolleranza e prepotenza. 
Non certo malato di antifascismo, ma di ignoranza, inciviltà e profonda disumanità.
8 maggio 2019 (Alfredo Laurano)



https://video.repubblica.it/politica/salone-del-libro-quando-francesco-polacchi-altaforte-partecipo-agli-scontri-di-piazza-navona/333740/334340?ref=vd-auto&cnt=2


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