domenica 12 maggio 2019

DAL SALONE DI TORINO A CASALBRUCIATO: E' ORA DI SGOMBRARE


Una logica, naturale, inevitabile riflessione.
Al Salone del Libro di Torino, la polemica sull’ ospite sgradito - la casa editrice Altaforte di  Francesco Polacchi, contestato per le sue personali vicende che lo qualificano come referente di Casa Pound, gruppo politico che inneggia al fascismo, ma più noto alle cronache giudiziarie per attività di accoltellamenti e pestaggi in manifestazioni varie, nonché reso famoso dal regalo di Salvini che lo ha scelto per pubblicare il suo libro-intervista - si è conclusa, giustamente, con l’ allontanamento della stessa, per indegnità e per non aver titolo democratico a partecipare. Anche per le pressioni e le denunce del governatore Chiamparino, della sindaca Appendino e del Museo della Shoah: "Non si può chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con chi mette in discussione i fatti storici che hanno portato all'Olocausto, con chi ripropone un'idea fascista della società”.
A Casal Bruciato, invece, una famiglia rom di 14 persone, con bimbi piccoli, che ha regolarmente ottenuto una casa popolare è stata assediata e ferocemente minacciata di stupri, incendi, bombe e spedizioni punitive, per giorni, da una teppaglia fascistoide, che nessuno ha cacciato, arrestato o portato via. Che nessuno ha disperso o caricato.
Ma - si chiede anche Travaglio - dov’era lo Stato, il ministro dell’Interno, il prefetto, il questore, la polizia, che opportunamente scorta e protegge la Raggi, ma non colpisce chi minaccia persone inermi e indifese?
Perché si consente a questi gruppi neo fascisti e mafiosi che proliferano in molte periferie romane, come Tor Bella Monaca, Torre Maura, Ostia e tante altre, abbandonate dallo Stato da decenni, di pescare nel torbido, di farla da padrone del territorio?
Famiglie che legittimamente hanno ottenuto la casa, ma che non possono entrare, che - lo hanno stabilito le competenti autorità - non hanno alcuna responsabilità, né vicinanza con quei nomadi che rubano, intimidiscono o sporcano, e non possono essere perseguite o discriminate sulla base di un'appartenenza etnica.
Una provocazione inaccettabile, fatta da un piccolo manipolo di avanguardisti, che spadroneggiano e dettano legge. Che allestiscono gazebo e banchetti con simboli, vessilli e bandiere, che nessuno rimuove; che soffiano sul fuoco e fomentano la rabbia e l’odio di altri abitanti del quartiere; che non distinguono i problemi e le diverse situazioni che accompagnano da decenni la questione dei rom - in primo luogo storie di furti, borseggi e paure - e diventano oggetto di facile propaganda o mistificazione: "prima gli italiani", "quelli rubano e gli danno la casa, e a noi niente".
E’ ora che lo Stato democratico si ricordi che non ha ceduto in appalto a Casapound il controllo etnico delle borgate e delle case popolari.
(Alfredo Laurano)

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