venerdì 24 maggio 2019

COME SI DIVENTA MOSTRI


Il bollettino dell’orrore non si spegne mai. Anzi, si rinnova, si allarga, si moltiplica all’infinito, di giorno in giorno, di ora in ora. Dalla violenza collettiva, agli attentati, agli stupri, alle tragedie familiari. Non passa istante che non si realizzi e trovi spazio l’atrocità, la brutalità, il disgusto.
Lo ha picchiato selvaggiamente, ha chiamato il 112, poi si è allontanato. Il giovane padre assassino ha confessato, poi, dopo la cattura, di aver agito in preda a un raptus, a un momento di rabbia, perché non riusciva a dormire, anche a seguito dell’assunzione di hashish, e di aver percosso il piccolo figlio di due anni fino alla morte.
Quando gli agenti sono intervenuti nella casa in zona San Siro, occupata abusivamente, il suo corpicino era senza vita e presentava evidenti segni di violenza. Aveva i piedi fasciati, lividi vari e una ferita alla testa. In casa c’era soltanto la madre, una donna croata di 23 anni, incinta e con altri quattro figli, sicuramente vittima del degrado, dell’abbandono sociale e di un marito padrone.
Solo pochi giorni fa, a Cassino, altri verbali dell’orrore ci avevano raccontato del piccolo Gabriel, soffocato a morte a soli 28 mesi dalla mamma e, pare, anche dal padre separato, per aver innervosito, col suo pianto molesto, i genitori che in quel momento stavano consumando un rapporto sessuale in auto: un movente tanto incredibile, quanto agghiacciante.

Ma cosa siamo diventati? Peggio delle bestie più feroci che, peraltro, uccidono solo per fame o per difesa. Un animale, qualunque esso sia, protegge e cura i propri piccoli e rischia la propria vita per salvarli,
Alcuni cosiddetti esseri umani - se è lecito definirli tali - invece, ammazzano di botte i propri figli. Ma come si fa? - ci chiediamo tutti senza trovare una risposta, una ragione, un perché. Cosa può portare un uomo a compiere un gesto mostruoso e contro natura come questo? Forse la condizione sociale, economica, affettiva; sicuramente la propria educazione e cultura, la sua storia personale o, magari, solo la follia.
E' talmente orribile che non riusciamo nemmeno a immaginarlo.
Dove sbagliamo?
Perché non è normale togliere la vita a un figlio. In un momento di rabbia, si prende a pugni un armadio, un muro, si fuma un pacchetto di sigarette, si bestemmia, ci si ubriaca; ci sono tante cose che si possono fare per sfogarsi prima di uccidere di botte un figlio di due anni.
Ma, soprattutto, continuiamo a domandarci, ogni volta, come si possa evitare che questo accada ancora in futuro.
Questi genitori assassini sono peggio delle peggiori delle bestie, le sovrastano in ferocia e malvagità gratuita e non sono da annoverare tra gli esseri civili.
Bisognerebbe isolarli sempre più dalla società, buttando le chiavi della loro cella di punizione e pena. (Alfredo Laurano)

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