mercoledì 29 maggio 2019

EUROPA CHIAMA ITALIA

Ci si attendeva che le elezioni cambiassero la geografia politica italiana, sullo sfondo di un'Europa in subbuglio, dove si rafforza il fronte sovranista che, tuttavia non sfonda e non prevale. E così è stato. 
Nulla sarà più come prima. 
Salvini, premier virtuale, trionfa, bacia il rosario e ringrazia la Madonna. 
La Lega è il primo partito d’Italia.
La sua (attesa) vittoria, ben oltre il 34 per cento, unita al crollo del M5S, praticamente doppiato e staccato pure dal PD, crea un distacco di circa 17 punti tra i due partiti della coalizione. 
In un anno, il Movimento è evaporato, ha perso il mantello-ombrello dell'onestà e si è praticamente dimezzato, fagocitato dal felpato, devotissimo capitano. 
Paga gli effetti di un accordo innaturale, sempre in bilico e incalzante, che lo avvolge come una tentacolare e soffocante piovra e lo costringe alla difensiva, alla continua replica e ai distinguo, contro la prevalente volontà della sua base che in buona parte guarda a sinistra. 
Troppo per non essere destabilizzante.
Troppo per non cambiare i rapporti di forza e gli equilibri del potere.
27 maggio 2019 (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento