venerdì 17 maggio 2019

FENESTA CHE LUCIVE E MO' NUN LUCE


Tra blitz della polizia e autoscale dei pompieri, va ormai avanti da settimane la saga delle lenzuola, una soap opera tutta nordica e italiana, con nuove puntate ogni volta che il ministro degli Interni tiene un comizio.
Si diffonde dappertutto la protesta degli striscioni contro il prode Matteo Salvini.
Sui balconi, terrazze e finestre, si ritirano drappi, tappeti, bandiere e omaggi religiosi per esporre scritte a mano anti-Salvini.
La rimozione forzata dello striscione di Brembate da parte dei pompieri ha provocato una reazione spontanea, da nord a sud, da Verona a Catanzaro. Va osservato che il grande striscione contro Mimmo Lucano (sei il male d’Italia), posto davanti all’Università di Roma da gruppi neo-fascisti, è stato ben tollerato e non rimosso dalla polizia, ben presente.
A Firenze, hanno scritto: “portatela lunga la scala, sono al quinto piano”. E domenica a Milano s’annuncia una contestazione di massa di lenzuola contro il comizio del leghista con Marine Le Pen.
In ogni tappa del suo tour elettorale, il ministro delle felpe, delle divise e delle magliette perdute, trova questi addobbi, anche pungenti e spiritosi, di dissociazione e dissenso contro la sua persona e il suo partito e non gradisce affatto. 
Apparentemente la prende a ridere, facendo la sua solita ironia e le tipiche battute studiate a tavolino, in realtà chiede alla Digos di identificare gli espositori e allontanare poco gentilmente i disturbatori.
Anche questa è comunicazione, efficace e naturale, più di uno spot o di un insulto urlato nella piazza. 
Sono stracci che parlano una lingua facile e universale, che fanno molto male e molto arrabbiare. (Alfredo Laurano)


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