mercoledì 22 maggio 2019

IMMORTALATI IN VIDEO


Vite inutili, vite sprecate.
Vite lasciate sull’asfalto in un folle gioco, in nome di falsi miti che una certa società malata propone e una stupida cultura asseconda. 
Come ad obbedire a un ordine convenzionale, non scritto nelle leggi, nelle regole sociali o nel proprio Dna. Non obbligatorio, ma pressante e rigorosamente imposto dalla nuova etica dello sballo e delle dominanti social-dipendenze, che ridisegnano moda e costume e comprimono ogni possibilità di autonomia. Che vanificano e rinnegano il libero arbitrio e la capacità di distinguere e decidere, di scindere o smarcarsi, di scegliere liberamente come operare, secondo la comune logica e la propria volontà, con cognizione, conoscenza, giudizio e contezza di sé.

E’ sempre più difficile capire ciò che è bene e ciò che è male o valutare ciò che è giusto fare o non fare. Ciò che è abuso, illegalità, piacere effimero e autolesionismo.
Il Web e le nuove scalpitanti, irrefrenabili tecnologie hanno riesumato consuetudini tribali e diffuso comportamenti umani - selvaggi e primitivi, sotto il profilo antropologico, politico, giuridico o morale - spesso caratterizzati da disturbi maniacali e ossessioni compulsive. Ossia, da quei fenomeni patologici che si manifestano con l’insorgenza di un’idea o di una qualsiasi rappresentazione mentale, che, accompagnata da un sentimento d’ansia, si impone al soggetto in modo insopprimibile e lo trascina, pur consapevole di tale insensatezza, a compiere determinati atti o a fissarsi su determinati pensieri.

Ecco perché a Modena, sull’autostrada, si va a 220 km all'ora, in diretta Facebook.
Ecco perché due giovani, diretti a una festa techno a Rovigo, si filmano e si schiantano contro un muro e vengono poi falciati e finiti dalle auto che seguono.
"C'è la strada pulita, piove, questa Bmw è un mostro, siamo ai 220" - dicono mostrando euforici il cruscotto e allargando l'inquadratura - "Ci fermiamo in Autogrill? No, ci sta aspettando la droga e tutto il resto".
Sono le loro ultime parole che si sentono nel loro ultimo video condiviso in diretta.
Non arriveranno mai a quella festa, non li aspetteranno né musica, né donne, né droga, né niente e né nessuno. Le loro vite rimangono su quell'asfalto e in quel post appena condiviso.

Inevitabilmente, duri i commenti sui social al video postato da una delle due vittime: “Se la sono cercata e l'hanno trovata”, “Meno male che siete morti voi e non avete fanno danni ad altre persone”.
I social o la droga. Non so quale cosa faccia più male”, ha twittato Dj Aniceto, testimonial antidroga “Sono veramente sconvolto. Auspico in un futuro prossimo lo stop dei telefonini, dei social network che stanno rovinando tutti noi, rendendoci completamente idioti”.
Come non essere d’accordo? (Alfredo Laurano)



Nessun commento:

Posta un commento