martedì 16 aprile 2019

LA BELLA CYNARA


Nella mitologia, si narra della bellissima ninfa Cynara, chiamata così a causa dei suoi capelli color cenere. Aveva gli occhi verdi e viola, era alta e snella: un’autentica bellezza, ma orgogliosa e volubile!
Zeus se ne innamorò perdutamente, non corrisposto. Stufo e sconsolato, in un momento d’ira, trasformò Cynara in un carciofo spinoso come il carattere della ninfa amata.
Al pungente ortaggio restò, però, il colore verde-violetto dei suoi occhi e il cuore tenero, come sa esserlo quello di fanciulla. Poi, qualcuno cedette alla provocante tentazione di metterlo in padella.
Il carciofo, il cui nome in latino è appunto Cynara, era apprezzato dagli antichi Romani e dai Greci, anche se quello che mangiavano i nostri avi non è uguale a quello che troviamo oggi nelle nostre tavole. A quei tempi esisteva la specie selvatica, più dura, piccola e spinosa. I fiorellini azzurri del carciofo servivano per far cagliare il latte nella produzione di formaggio. Erano comunque già note le sue proprietà terapeutiche - come depuratore, tonificante e afrodisiaco - e veniva coltivato sia per scopi alimentari, sia come pianta medicinale.
Un re Egizio, nel 3° secolo a.C., li faceva mangiare ai suoi soldati, famosi per forza e ardimento, perché si credeva dessero tali virtù.

Fino ad arrivare, attraverso un lungo volo pindarico, al “carciofo dal tenero cuore che si vestì da guerriero e ispida edificò una piccola cupola”, di Pablo Neruda, e alla 69sima Sagra di Ladispoli, appena conclusa.

Stand e bancarelle, spettacoli, arte, cultura e degustazioni nei giardini e nella piazza dedicata ai sapori d’Italia. 
Artisti e produttori con le opere del proprio ingegno (sculture di carciofi), mostre di pittura, opere di artigianato, balli, canti, cabaret, concerti classici, bande musicali e bersaglieri, che sfilano tra quintali di carciofi fritti, alla romana, con la pasta e alla giudia.

Spinosi e scontrosi come la Ninfa che li ispira, ma dal cuore soffice e cedevole che il palato prima lusinga e poi commuove.
16 aprile 2019 (Alfredo Laurano)


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