Non
solo l’oscar alla romanità per Carlo Verdone, premiato al Reale Circolo
Canottieri Tevere Remo - “lo stesso luogo dove ho fatto il mio pranzo di nozze”,
come ha ricordato - ma anche un magnifico murale, che lo ritrae nei panni del
mitico Furio del film "Bianco, rosso e Verdone".
Si,
il pedante Furio Zoccano, quel personaggio, metodico e pignolo, creato e magistralmente
interpretato da un grandissimo Verdone, rimasto nel cuore di tutti, romani e
non, che esasperava la povera Magda (l’indimenticabile Irina Sanpiter, di
recente scomparsa) con domande assurde, tabelle di marcia e spese calcolate al
centesimo.
Probabilmente è la macchietta a cui gli spettatori sono più
affezionati, tanto che lo stesso regista, ringraziando l’autore Piskv per l’affresco,
ha aggiunto: “Furio Forever”.
L'opera
è stata realizzata dallo street artist, il cui nome si pronuncia Piscu, a largo
Enrico Enriquez (Pineta Sacchetti), proprio accanto a un altro graffito dello
stesso artista, di alcuni anni fa, che raffigura Alberto Sordi, nelle vesti del
celebre marchese del Grillo.
Due
grandi simboli romani, due storici e amatissimi personaggi del cinema, due
giganti della comicità - presente e passato - sono ora uno accanto all'altro,
grazie a "Pinacci Nostri", movimento artistico che utilizza la street
art come volano per diffondere la cultura nel quartiere e che ha promosso i due
lavori.
"I
due murales, collegati tramite una serranda che riveste un ruolo cruciale -
spiegano gli organizzatori - sanciscono l'eredità artistica tra Alberto Sordi e
Carlo Verdone, sintetizzando in un unico disegno la storia del cinema che
attraversa due epoche: un solo murale che trasuda, semplicemente,
romanità".
Anche
se, come ha detto più volte lo stesso Carlo Verdone, Albertone non ha eredi.
10
aprile 2019 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento