domenica 12 giugno 2016

VUOTI A PERDERE

E li chiamano tifosi! In teoria e sulla carta e, soprattutto, nelle cronache dove, con molta fantasia, tutto si deve definire.
Cominciano a bere birra, venduta generosamente e senza limiti, e a fumare erba alle nove di mattina; poi, quando sono gonfi d’alcol e di sufficiente malvagità, ben carichi di ingiustificata follia collettiva, cominciano a colpire, a picchiare, a sfasciare tutto, a lanciare sassi, sedie, bottiglie e tavolini, a spaccare teste a chiunque venga a tiro.
Le strade, in un momento, si lastricano di sangue, di vetri e di rifiuti. La città devastata.
Il caldo afoso infiamma gli animi, alimenta e favorisce gli scontri e la voglia di colpire, di menar le mani e i piedi. 
Hooligans contro russi, francesi contro inglesi e russi, ma anche polacchi e irlandesi, per gradire, in “tutti contro tutti” e contro la polizia che usa manganelli, lacrimogeni e spray urticanti.
Si consuma l’ennesima battaglia a Marsiglia, a Nizza o dovunque sia. Non importa dove, basta ci sia un pretesto o un’occasione: lo sport, il calcio, gli Europei c’entrano poco, anzi per niente.
Ci si picchia per piacere, per vendetta, per rabbia repressa, per disadattamento sociale e deficit educativi, per inconsistenza culturale.
Ci si esalta nel gioco osceno della guerra, in terribili corpo a corpo, uomo contro uomo, gruppi contro gruppi o, vigliaccamente, tanti contro uno, per vincere l’ambita coppa dell’imbecillità.
Bestie umane contro bestie umane, senza nazione, né identità sportiva, né cittadinanza: delinquenti apolidi, rifiuti dell’umanità.

La storia si ripete sempre, da sempre.
E, forse, da sempre, c’è troppa tolleranza e troppa impunità. Se questi vandali amano così tanto la violenza e sono invasi da tanto fervore distruttivo, perché non li impacchettiamo, li riforniamo di ingenti casse di birra - vuoti a perdere, in ogni senso - e li mandiamo in Libia o in Iraq a fronteggiare l’Isis?
12 giugno 2016 (Alfredo Laurano)



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